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 2011  aprile 12 Martedì calendario

L’Unione europea ha respinto l’idea italiana che col permesso umanitario i nostri 22 mila immigrati possano circolare liberamente nell’area Schengen, quella dei paesi che hanno accettato di abbattere le frontiere a beneficio dei rispettivi cittadini

L’Unione europea ha respinto l’idea italiana che col permesso umanitario i nostri 22 mila immigrati possano circolare liberamente nell’area Schengen, quella dei paesi che hanno accettato di abbattere le frontiere a beneficio dei rispettivi cittadini. Cecilia Malmström, la commissaria per gli Affari interni dell’Unione, al termine della riunione che ha visto riuniti in Lussemburgo i 27 ministri degli Interni delle nazioni interessate, ha dichiarato che una ratifica della proposta italiana è «prematura». «Non ci troviamo ancora in una situazione tale da far scattare il meccanismo». Condizione necessaria a far scattare il meccanismo è che ci sia una fortissima pressione di migranti dai paesi in conflitto. Il ministro Maroni, che ha poi tuonato contro la decisione Ue, si è tuttavia guardato bene dal votar contro, limitandosi ad astenersi.

• In che consistono questi “tuoni” del nostro ministro degli Interni?
«È stato un incontro per noi deludente. Mi chiedo se ha senso rimanere nell’Unione europea. Meglio soli che male accompagnati. Noi, quando c’è stato bisogno, abbiamo espresso la nostra solidarietà verso la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo. Ma a noi, in questa situazione di grave emergenza, ci è stato detto: “Cara Italia, sono affari tuoi e devi fare da sola». Prima dell’incontro, il ministro aveva detto: «Oggi vedremo se esiste un’Europa unita e solidale o se è solo un’espressione geografica».

• Secondo lei ci stiamo seriamente preparando a uscire dall’Unione europea?
E magari a riadottare la lira? Ma via… Nei giorni scorsi hanno giocato a sparare sull’Europa anche Berlusconi («L’Europa ci aiuti o è meglio dividersi») e Calderoli («Ritiriamo il contingente dal Libano e mandiamo i nostri soldati a difendere le coste»), seriamente rimbeccati da Napolitano («con l’Europa non si scherza») che ha anche avuto una lunga telefonata di spiegazioni con Frattini. Intanto: se la posizione europea è così irricevibile come mai Maroni si è soltanto astenuto? La sua ira sarebbe stata più credibile se avesse votato contro. C’è poi una considerazione sostanziale: la sesta potenza mondiale, che ha 60 milioni di abitanti, non può farsi spaventare dall’arrivo di 22 mila disgraziati. Si distribuiscano in tutto il Paese, d’imperio se qualche Regione fa la furba, li si soccorra e si continui a trattare sia con gli europei che con i tunisini.

• Ma il rifiuto ad ogni solidarietà non è un po’ la fine dell’Unione? Non c’è una qualche ragione nella protesta di Berlusconi e Bossi?
Intanto non è affatto vero che ci sia stata chiusa la porta in faccia. È andata anzi meglio di come m’aspettavo: l’Unione europea non ha accettato il giudizio di drammaticità sull’attuale esodo verso le nostre coste, ma ha ammesso che c’è un limite superato il quale tutti i paesi dovranno farsi carico del problema. Guardi che non è poco, perché il vero assalto deve ancora cominciare. E, con il documento di ieri, i nostri partner si sono impegnati a intervenire in un caso simile. In realtà la diplomazia è al lavoro: Parigi e Bruxelles stanno preparando un documento di intenti da allargare alla Germania e da presentare nel vertice del 26 aprile. Barroso oggi è a Tunisi e la Commissione sta valutando l’ipotesi di rafforzare il Frontex (polizia di frontiera Ue) perché aiuti l’Italia nel compito di riaccompagnare in patria i migranti. Dall’Europa arriveranno altri soldi e forse un controllo dai cieli del Canale di Sicilia, per prevenire gli sbarchi.

• E che mi dice di quell’osservazione, secondo cui noi abbiamo aiutato Portogallo, Irlanda e Grecia, mentre adesso nessuno vuole aiutare noi?
Uno sbaglio. Maroni ha messo a confronto le mere con le pere. Portogallo, Irlanda e Grecia hanno avuto un prestito in denaro perché non erano più in grado di rimborsare i loro bot. Se fossero saltati in aria le conseguenze sarebbero state molto gravi per tutti. I tre paesi sono stati commissariati, saranno costretti a tagli pesantissimi della spesa pubblica e dovranno restituire quello che hanno ricevuto a tassi minimi del 5%. Che c’entra questo con il tentativo italiano di spalmare i tunisini sul resto d’Europa? Berlusconi e la Lega potevano informarsi, prima di distribuire quei permessi di soggiorno umanitari.

• Non sarà che tutte queste decisioni alla fine sono influenzate dalla politica interna?
Sì, di sicuro. Sarkozy deve vincere la concorrenza a destra di Marine Le Pen, la Merkel è in calo nei consensi. La Lega poi è quasi alla disperazione: occupando il ministero degli Interni non può rispedire gli africani a casa loro a pedate, come vorrebbero tanti lettori della Padania e della radio di partito. Oggi, se potesse scegliere, Bossi preferirebbe stare all’opposizione. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/4/2011]