GABRIELE ROMAGNOLI , Repubblica 12/4/2011, 12 aprile 2011
IL PIAZZISTA DI SCUDETTI SEEDORF, DIFFICILE DA AMARE E ANCOR PIÙ DA FERMARE
L´ultima volta che ho incontrato Clarence Seedorf si trovava nel posto sbagliato. Eravamo a Johannesburg, nell´intervallo della finale di Coppa del mondo, in fila all´ingresso dei bagni. Il punto era che nell´Olanda che affrontava, legnava e avrebbe infine subito la Spagna c´erano almeno tre centrocampisti che gli avrebbero dovuto cedere il posto. Ma Seedorf non gioca più in nazionale. Ha rinunciato con una telefonata a Van Basten (che l´aveva ripescato dopo averlo escluso) alla vigilia degli Europei 2008. Il punto, alla fine, è proprio questo: Seedorf gioca quando gli pare. Sublime se gli va, inerte in caso contrario. Ha 35 anni, ha vinto tre Champions, fatto 4 figli, imparato 6 lingue: decide lui. Adesso, per esempio, ha deciso di portare il Milan allo scudetto: corre, segna e fa assist. Soprattutto se lo schierano dove piace a lui: rifinitore dietro alle punte. Dove stava Kakà, che alla fine ha dovuto riconoscerne la superiorità in un´intervista: «Seedorf è il più dotato di tutti». Ma parlava di virilità. Circostanza confermata pubblicamente da Borriello e privatamente da tutti i milanisti, come ogni frequentatore di spogliatoio ossessionati dal confronto. Vince Seedorf, palle al centro.
Quando lo guardi giocare hai una sensazione da macchina del tempo. Questo c´era anche ai tempi di Gullit? No, quello era Rijkard. Seedorf appartiene alla generazione appena meno dorata, quella di Davids e Kluijvert. Ma li ha seppelliti tutti. E´ andato al loro funerale e poi si è rimesso a giocare. La cosa più improbabile che abbia mai detto è stata: «In Italia non si lascia spazio ai giovani». Prova a dirgli che scende in campo Merkel al posto suo. Sempre che sia una di quelle domeniche in cui gli va di faticare.
Avere avuto un nonno schiavo gli ha dato un gusto estremo per la libertà. E´ uno di quelli sul cui ruolo si possono aprire dibattiti infiniti quanto inutili. Ha fatto tutto tranne il portiere e il terzino sinistro. Ha avuto come primo allenatore un ciclista, infatti (a volte) pedala. E´ stato sbolognato dall´Inter al Milan e questo, come già nel caso di Pirlo, prelude a radiose metamorfosi. In cambio hanno ricevuto, non per infierire, Coco. I tifosi rossoneri non l´hanno amato subito: pugni sui finestrini dell´auto al raduno. E non lo amano ancora adesso: c´è un sito di curvaioli che lo definisce Capitan Fancazzo. Ogni volta che lo danno per bollito riemerge dalla pentola più croccante che mai. I paparazzi lo beccano con donne (teoricamente) d´altri e lui soavemente sorride agli obiettivi. Fa parte dell´autopromozione: essere fuori schema è una sua regola.
Non ha messo il lutto al braccio per Gabriele Sandri ponendosi una domanda non banale: «Che cosa c´entra questa morte con il calcio?». Fa attività benefiche, ma le esibisce, riducendone il valore. Predica correttezza in campo, ma dovrebbe parlare più vicino alle orecchie di Ibrahimovic, se se la sente. Di lui Van Basten dice: «Ha smesso di giocare cinque anni fa, poi è diventato un grandissimo piazzista. Di se stesso». Di qui l´affinità straordinaria con Silvio Berlusconi. Condividono il narcisismo e la capacità di convinzione. Leggenda narra che Seedorf sia riuscito a patteggiare anche con i ladri che gli stavano svaligiando la villa. Di certo, come Silvio, canta. Pezzo forte: «New York, New York». E di certo quando ha un problema non lo discute con il mister, telefona al premier. Nessuno degli allenatori che ha avuto l´ha amato. Ma ogni volta che sono stati sul punto di accantonarlo lui, guarda caso, si è inventato una delle partite delle sue nove vite e li ha convinti (con la sola eccezione di Lippi) a ricredersi.
C´è da fidarsi di Seedorf in questo ultimo atto? E´ successa una cosa strana. E´ accaduta dopo l´eliminazione in Champions contro il Tottenham. Rimasto in campo, incredulo, ha pianto. Qualcuno ha malignato: per la stanchezza. Sembrava un reazione diversa: quello dell´uomo che ha visto passare l´ultimo treno per tornare a casa.
Se va davvero al Corinthias guadagnerà 3 milioni di euro come Ronaldo, ma perderà il gusto per decidere (ogni tanto) le sorti di una battaglia vera. La verità è che vorrebbe un tempo supplementare al Milan, e in Europa. L´ha chiesto a Berlusconi mentre, nel suo ristorante, festeggiavano la vittoria nel derby.
La musica era alta, le ragazze ballavano, i sorrisi pendevano dalla mascella di entrambi. C´è chi dice no e chi passa la vita a fare promesse. Indovinate la risposta. Allegri la conosce già.
Probabilmente ha ragione Van Basten: Seedorf è finito, ma nessuno gliel´ha detto. E in quella finale sudafricana la toilette non era il suo posto perché quella, di sicuro, l´avrebbe giocata alla grande.