Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  aprile 12 Martedì calendario

Pulita e trasportabile Ecco la casa del futuro - Una casa «med in Italy», mediterranea, bella, sostenibile e anche trasportabile

Pulita e trasportabile Ecco la casa del futuro - Una casa «med in Italy», mediterranea, bella, sostenibile e anche trasportabile. Sarà questa l’abitazione dell’Italia alle Olimpiadi dell’architettura «Solar Decathlon Europe», una competizione internazionale con 20 Paesi che presenteranno prototipi di case costruite a basso impatto ambientale e paesaggistico. Tre le caratteristiche che dovranno avere le case «green» del futuro: più efficienza, più ecologia, più sostenibilità. La migliore verrà premiata a Madrid nel 2012, dopo un esame severo di 10 prove su risparmio, abitabilità e resistenza. La carta d’identità del progetto italiano è eloquente: 47 metri quadrati calpestabili, 150 metri l’ingombro della struttura e un consumo di 2 mila kw-ora l’anno contrapposti a una produzione di 11 mila. In poche parole, un guscio ad alta efficienza per proteggerla dal freddo in inverno e dal caldo in estate. «Il vero problema delle case nell’area del Mediterraneo è il caldo, non il freddo», ha spiegato ieri la team manager Chiara Tonelli, architetto e docente dell’Università Roma Tre, che con quella de La Sapienza ha reso concreta una collaborazione tra atenei «non sempre possibile in Italia», mettendo insieme un gruppo di docenti, neolaureati e studenti: 50 cervelli per costruire il prototipo della casa del futuro che viene dal passato. Sì, perché la pianta della casa «med in Italy» richiama le antiche abitazioni dei Sumeri con un giardino «raffrescante» all’esterno del patio. Il tocco di modernità, invece, sarà l’energia rivenduta al fornitore e un’auto elettrica collegata alla rete di produzione che servirà come batteria per conservare l’energia in eccesso. La gara, ideata a fine Anni 90 dal dipartimento dell’Energia Usa, otto anni fa si è parzialmente trasferita a Madrid, assumendo il nome di «Solar Decathlon Europe»: negli anni pari ha sede in Spagna, nei dispari oltreoceano. E dal 2013 il concorso approderà a Pechino. Tra le prove per «Med in Italy», è prevista anche quella di comunicazione e fattibilità, perché le case devono pure saper «accogliere»: per questo tra i test da superare ci sono i tre inviti a cena rivolti ad altrettanti concorrenti. «Uno studio sociologico ha stabilito che ciò che rende più sano lo stile di vita mediterraneo è lo stare a tavola insieme. E la casa sarà un manifesto della “Mediterranean way of life”», spiega Carlo Alberto Pratesi, docente di Economia e gestione delle imprese a Roma Tre che si occupa degli sponsor. Il progetto prevede una spesa complessiva di un milione di euro, mentre il prototipo ne costerà circa 250 mila. Nella realizzazione sarà coinvolto anche un artista che affrescherà un muro con una sostanza fonoassorbente. La casa mediterranea ha anche la prerogativa di poter essere assemblata in tempi brevi e posizionata dove mancano collegamenti con fognature ed elettricità. «Ciò consentirà di utilizzarla anche in territori turistici oppure dopo catastrofi naturali come i terremoti o nella prima accoglienza per i profughi», spiega Chiara Tonelli. Un’abitazione che, di fatto, è un modulo che si potrà aggregare sia in orizzontale sia in verticale: sarà una «cellula» pulita, che permetterà di creare un nuovo modo di vivere senza distruggere risorse sempre più preziose.