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 2013  maggio 21 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità, dello Sport e delle Politiche giovanili è Josefa Idem (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

I grillini hanno il sangue alla testa perché la Gabanelli, durante la puntata di Report di domenica scorsa, ha chiesto conto a Grillo e Casaleggio dei soldi fatturati attraverso il blog e, soprattutto, perché il Pd ha presentato in Senato un disegno di legge, a firma Finocchiaro-Zanda, in cui si definisce la figura giuridica del “partito” e se ne stabiliscono le caratteristiche. Nove articoli che, se approvati da Camera e Senato, costringerebbero Grillo a trasformare il suo «non-partito» o ad autoescludersi dalle elezioni. Grillo ha già detto che, se questo accadesse, il M5S non parteciperà alle prossime elezioni: il tono adoperato è tipico di chi è convinto, in questo modo, di pronunciare una minaccia.

Cominciamo dalla Gabanelli.
Lo scontro con la Gabanelli è particolarmente succoso: ricorderà che i grillini l’avevano messa al primo posto nelle loro Quirinarie, le primarie con cui, interpellando la rete, avevano scelto i loro dieci presidenti della Repubblica preferiti (c’era Gino Strada al secondo posto, Rodotà al terzo e Prodi al nono). Bene, domenica scorsa Milena, che non si sente minimamente condizionata da quell’attestato di simpatia, se n’è uscita con un servizio su Grillo e Casaleggio e ha fatto le seguenti domande: «Che fine fanno i proventi del blog? Quanto guadagnano i due dalla pubblicità del sito?». E poi: «Con tre milioni di disoccupati smettetela di parlare di scontrini». La reazione in Rete dei militanti di cinquestelle è stata furibonda, fino al punto di qualificare la nostra collega come “traditrice”. In altri termini, secondo i grillini, la stima dimostratale durante le Quirinarie avrebbe dovuto tenere al riparo il MoVimento da qualunque appunto giornalistico da parte della nostra collega. Ma la Gabanelli s’è guadagnata la stima generale proprio perché, qualunque cosa si pensi delle sue trasmissioni, ha sempre mostrato un’indipendenza assoluta da potenti e potentati. Naturalmente Grillo è ormai un potentato e deve rassegnarsi alle domande scomode, alle quali dovrà prima o poi piegarsi o perdere ogni credibilità  

Alla Gabanelli non ha risposto?
No, alla Gabanelli ha risposto: dichiarando che non c’è nessun rapporto – amministrativamente parlando – tra il blog di Grillo e il M5S. Quindi gli introiti del blog sarebbero una faccenda privata. Direi che è una brutta risposta. Oltre tutto Grillo e Casaleggio non rendono noti i nomi di quelli che gli hanno finanziato la campagna elettorale.  

E la faccenda della legge Pd anti-MoVimento?
Il Pd, una volta tanto lungimirante, aveva presentato una legge identica a questa nella precedente legislatura. Quando poi Bersani inseguiva il MoVimento 5 Stelle per fare un governo, sul punto del finanziamento pubblico che Grillo voleva abolire, rispose: a una riduzione sono d’accordo, però se definiamo con precisione la forma-partito. Quindi l’accusa che i grillini hanno subito rivolto al Pd, quella di voler cancellare il MoVimento 5 Stelle attraverso questa legge, non sta in piedi.  

Però l’hanno ripresentata.
Si tratta di una formalizzazione tardiva e anche parziale, perché un dispositivo di legge analogo dovrebbe essere pensato casomai anche per i sindacati (è sempre la Costituzione, all’articolo 39, a imporlo). Per quanto riguarda i partiti, c’è l’articolo 49, semplice e breve: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Che significa qui l’espressione «metodo democratico»? Non solo che le elezioni devono svolgersi democraticamente, cioè liberamente, voto segreto, informando i cittadini e favorendo confronti paritari tra i concorrenti. Ma anche che i partiti stessi devono obbedire, al loro interno, al metodo democratico. Significa: elezione del segretario, del presidente, dei dirigenti secondo procedure trasparenti e in cui siano garantite le minoranze. Tesorieri che abbiano i requisiti di onorabilità previsti dal codice civile per incarichi analoghi. Revisori dei conti e, quindi, bilanci certificati. Regole per la scelta dei candidati, attraverso le primarie o il voto segreto dei dirigenti, che garantiscano la rappresentatività delle varie componenti interne (per queste procedure si prevede che debba essere impiegato almeno un quarto del finanziamento pubblico). Obbligo di destinare il 5% alle scuole di partito, per la formazione dei quadri e la trasmissione della filosofia del partito. Il quale, quindi, dovrebbe avere un punto di vista generale con cui dovrebbero essere coerenti le decisioni minute su cui un’organizzazione politica è chiamata ogni giorno a prendere posizione.  

Mi pare difficile da contestare.
Grillo ha risposto: «Il Movimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo». Però è normale che un gruppo di rappresentanti del popolo, come sono gli eletti grillini, debba essere eterodiretto da due signori che stanno a Genova e li comandano a bacchetta? C’è qualcosa di strano, no? Ma le dirò di più: la legge Finocchiaro-Zanda è destinata a dare fastidio anche a Berlusconi: né Forza Italia né il Pdl hanno mai celebrato un congresso, i dirigenti sono scelti dal Gran Capo senza confronti di alcun genere, è sempre il Gran Capo a decidere sui soldi, sulle candidature su tutto il resto. Grillo forse non ha troppo da preoccuparsi. Sarà il centro-destra a fare in modo che la legge Finocchiaro-Zanda sia dolcemente affossata. (leggi)

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