Rassegna, 21 maggio 2013
Cina e India, un accordo economico e di pace
• La prima visita del nuovo capo del governo cinese Li Keqiang è stato in India. Nella conferenza stampa congiunta con il premier indiano Monmohan Sing a New Delhi, i due leader hanno assicurato che lavoreranno insieme per la stabilità della regione e per la crescita economica delle due più popolose nazioni del mondo. Hanno poi firmato otto punti d’intesa che vanno dalla soluzione dei problemi di confine all’utilizzo delle acque, dagli scambi di prodotti agricoli al trattamento dei rifiuti, la collaborazione economica tra città e regioni e perfino nuove regole per i pellegrinaggi sul Kailash, la montagna sacra del Tibet (nessun riferimento al Dalai Lama, esule a Nord di Delhi e tradizionale fonte di discordia con Pechino). [Bultrini, Rep]
• Ricorda Rampini (Rep) che «dal punto di vista economico, le relazioni tra i due giganti asiatici procedono a gonfie vele. La Cina è diventata il primo partner commerciale dell’India, l’interscambio ha raggiunto i 66 miliardi di dollari l’anno scorso. L’obiettivo fissato dal ministero del Commercio di Pechino, di raggiungere 100 miliardi nel 2015, appare molto realistico e potrebbe perfino essere superato. Non a caso la missione di Stato che Li guida a New Delhi ha un carattere prevalentemente economico: al seguito del premier c’è una folta delegazione di imprenditori e banchieri, inclusi i top manager dei colossi delle telecom Huawei e Zte. Le complementarietà tra le due economie sono reali. La Cina ha molte lunghezze di vantaggio come potenza industriale, ma l’India esporta derrate agricole e soprattutto servizi avanzati come software».
• Secondo un sondaggio del Lowy Institute e dall’Australian India Institute il 94% degli indiani reputa il Pakistan una minaccia alla sicurezza interna, l’84% dichiara che anche la Cina è una minaccia. Se il Paese più amato dagli indiani è l’America (e quello meno amato il Pakistan) l’amore per la Cina, su una scala di 10, arriva a 4. Sala (Sta): «Ma forse il nocciolo delle differenze sta qui: secondo altri recenti sondaggi la maggior parte dei cinesi si dice soddisfatta di avere oggi uno stile di vita superiore rispetto a cinque anni fa, mentre il 95% degli indiani dichiara di essere felice di vivere in una democrazia».