
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La storia di Brenda, il transessuale trovato morto ieri, seminudo sul pavimento del soppalco di casa sua...
• Carbonizzato o no?
No, solo coperto di fuliggine. Il cadavere stava in via Due Ponti 180, un appartamentino di 20 metri quadri, con questo soppalco di 8. Casa di Brenda, casa per vivere e per lavorare, come ha detto in un’intervista audio piuttosto importante all’Altro Quotidiano la sua amica Barbara. Per ora, si dice che è morta per asfissia provocata dai fumi che avevano invaso l’appartamento, ma bisogna aspettare l’autopsia che dovrebbe essere fatta oggi. I fumi provenivano dal liquido infiammabile contenuto in un borsone che è stato trovato vicino alla porta di casa. Attenzione: queste notizie sono quelle che provengono dai reporter andati sul posto, ufficialmente non è stato comunicato nulla. Nel lavabo, gli inquirenti hanno trovato il computer della trans, computer già famoso perché Brenda ne aveva parlato con gli inquirenti nel suo interrogatorio dei primi di novembre.
• Perché gli inquirenti avevano interrogato Brenda?
Era pesantemente coinvolta nel caso Marrazzo. Marrazzo, chiamandola “Blenda” – alla brasiliana ”, ave va detto di esserci stato due volte. Gli inquirenti, che ufficialmente seguono la pista dell’omicidio, hanno l’aria di crederci poco. L’indagine sembra ipotizzare che Brenda fosse parte di un vasto piano di ricatti che riguardava molti frequentatori di trans. Lei stessa disse ai magistrati di avere nel suo pc un secondo video, dove si vede Marrazzo con lei e con un altro trans che si chiama Michelle. Questo secondo trans è sparito. Secondo quello che disse Brenda quella volta, sarebbe a Parigi. I telefonini giocano una parte importante in questa vicenda.
• Perché?
C’è il telefonino di Gianguarino Cafasso, l’uomo che portava la cocaina ai trans e che aveva tentato di piazzare il video di Marrazzo con Natalie: costui è morto lo scorso 12 settembre in un albergo a ore sulla Salaria, ufficialmente per un infarto provocato da un’overdose (gli inquirenti hanno disposto nuovi esami tossicologici sul cadavere). Questo Guarino aveva una fidanzata, il trans Jennifer. Costei, interrogata, disse di aver gettato il telefonino del pusher «perché squillava continuamente ». Osservo che se squillava continuamente si poteva semplicemente spegnere. Per ora gli inquirenti hanno creduto a questa testimonianza e non hanno insistito più di tanto con Jennifer. Anche a Brenda è sparito il telefonino una decina di giorni fa: l’hanno picchiata e le hanno rubato proprio il cellulare, con indirizzi, chiamate registrate e – ipotizziamo – foto o video. Il video di Marrazzo, quello almeno che abbiamo visto, è stato girato con un telefonino. Gli inquirenti, nei loro interrogatori, hanno l’aria di aver insistito poco sia con Jennifer sia con Brenda. Si sono fatti raccontare la storia del secondo video e hanno creduto alle parole di Brenda: «L’ho distrutto», senza cioè sequestrarle il computer. Però la stessa Brenda aggiunse: «Una copia esiste e ce l’ha Michelle», cioè una che è scappata in Francia. Anche con Marrazzo, che in via Cortina d’Ampezzo s’era affittato un appartamento per le sue orge, i giudici sono stati molto comprensivi: nel primo verbale d’interrogatorio, mostrando una grande delicatezza, il procuratore si dice sicuro che la cocaina ben visibile in primo piano nei due minuti promozionali del video con Natalie era stata messa lì apposta e non ha niente a che vedere con il governatore-anchorman. stato Marrazzo, dopo qualche giorno, ad ammettere che in definitiva lui con la cocaina ci praticava. Gli incontri con «Blenda» non se li ricorda bene proprio perché era fatto di polvere. Forse i magistrati, fino a questo momento, ci sono andati troppo piano. Michelle non si trova, Jennifer è sparita e Brenda stava preparando la valigia, trovata pronta accanto alla porta. Se non è un incidente, se non è un suicidio (ma alle 5.30 del mattino Barbara l’ha vista andare a chiedere delle «goccioline» per dormire a un’amica), potrebbe essere un delitto studiato per non farla partire e per far trovare il computer. Messo sotto l’acqua non per distruggerlo, ma per salvarlo dalle fiamme. Gli inquirenti hanno già fatto sapere che l’hard disk è leggibile.
• E Natalie?
Dice di non saperne niente, di essere tranquilla. I trans accusano tre o quattro romeni, che secondo loro da una decina di giorni li stanno perseguitando. Sarebbero stati questi romeni a scippare il cellulare a Brenda.
• Non ci crede?
No. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/11/2009]
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