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 2009  novembre 21 Sabato calendario

IL PM: «AMANDA COVAVA ODIO E VOLEVA VENDICARSI DI MEZ»


PERUGIA - E’ Amanda ad infilare il coltello nella gola di Meredith. E’ sempre lei, prima, a tentare di strozzarla a mani nude. E’ ancora lei a scatenare la lite che finisce con la morte dell’amica Meredith Kercher, 21 anni e una gran voglia di vivere. E’ lei che incita Rudy Guede a violentare Meredith e lui fa «per compiacerla». Una morte per niente, una morte nata da un litigio stupido, dalla gelosia perchè Mez faceva «la smorfiosa». Troppo una brava ragazza rispetto alla vita dissoluta che conduceca Amanda Knox. Giuliano Mignini, pm al processo contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati di essere due dei tre assassini di Meredith Kercher (il terzo imputato, Rudy Guede, è già stato condannato a 30 anni e, in questi giorni, si sta svolgendo il processo d’appello), ricostruisce l’omicidio della studentessa e attacca frontalmente Amanda Knox, dipingendola come una ragazza senza morale nè regole. E, soprattutto, come il perno diabolico attorno a cui ha girato questa tremenda storia di sangue e follia. E durante la prima parte della requisitoria che si concluderà oggi, quando la parola passerà all’altro pm, Manuela Comodi, accade quello che nessuno si aspettava. Dopo undici mesi di udienze, durante le quali ha abbassato gli occhi solo davanti alle immagini del corpo martoriato dell’amica, Amanda crolla. Piange quando il pm l’accusa di essere stata proprio lei ad accoltellare Mez. Chiude gli occhi quando Mignini la dipinge come una ragazza disordinata e sporca - «non tirava nemmeno lo sciacquone dell’acqua», quando punta il dito contro la sua facilità di attirare i ragazzi. E poi, in un momento di pausa, la giovane americana non regge, lo sguardo perso, finisce tra le braccia di Maria Del Grosso, uno dei suoi avvocati. La giuria popolare non stacca gli occhi di dosso a quella ragazza che sembra, oggi, così diversa dalla giovane che rispose con sicurezza, per due giorni, al fuoco di fila delle domande dell’accusa, nel giugno scorso. «Ritiene questa requisitoria una profonda ingiustizia nei suoi confronti», spiega la Del Grosso e fa capire che più che una ricostruzione dei fatti, la giovane americana ha preso le parole del pm come un attacco personale e un’incursione gratuita nella sua vita privata. Avere molti boyfriends, insomma, non è reato. Ma il pm Mignini non ha dubbi. La sua ricostruzione parte da quel tentativo di furto che, per lui, è solo una messinscena «per cercare di convogliare i sospetti su un fantomatico ladro che sarebbe venuto da fuori. Invece, l’assassino è qualcuno che aveva la disponibilità della casa». E l’unica a non avere un alibi era Amanda. E poi passa alla ricostruzione dell’omicidio, che, in parte, diverge da quella fatta tredici mesi fa, quando Amanda e Raffaele furono rinviati a giudizio e Rudy condannato. In quel caso Mignini indicò la vittima inginocchiata a terra mentre era colpita, oggi, invece, la vittima è accoltellata mentre era in piedi e in mano a Raffaele Sollecito spunta anche un secondo coltello, che mai era comparso prima, con cui Meredith viene ferita. Cosa c’è dietro questa morte, cosa avrebbe spinto Amanda ad armarsi? «Ha covato odio per Meredith» e la sera del primo novembre del 2007 per la giovane americana «era venuto il momento di vendicarsi di quella smorfiosa». Quella sera, in via della Pergola a Perugia, dove Mez era venuta a studiare, c’è stato un «gioco sessuale» a cui Mez si è opposta e si è trasformato in un «calvario». Sarebbe stata la Knox a sbattere su una parete la testa della vittima, a cercare di strozzare e colpirla al collo con un coltello mentre un altro veniva impugnato da Sollecito. stato quest’ultimo - ha detto - a strapparle il reggiseno, mentre Guede ha abusato sessualmente della studentessa inglese durante l’aggressione «per compiacere la giovane americana». Una ricostruzione che gli avvocati delle due difese hanno definito «suggestiva ma priva di elementi di prova». Oggi arrivano le richieste di condanna. Per l’avvocato della famiglia Kercher, Francesco Maresca: «Immagino ergastolo».