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 2009  novembre 21 Sabato calendario

La coppia che inventò l’antenato del cellulare Tanto moderno da sembrare un’astronave: il «Grillo» progettato da Marco Zanuso (1916-2001) e da Richard Sapper (1932) per Siemens è invece «solo» un telefono

La coppia che inventò l’antenato del cellulare Tanto moderno da sembrare un’astronave: il «Grillo» progettato da Marco Zanuso (1916-2001) e da Richard Sapper (1932) per Siemens è invece «solo» un telefono. Ma che telefono! E certo, se l’anno dopo la sua uscita sul mercato italiano (correva l’anno 1967) fosse comparso tra le mani di Jane Fonda, fantascientifica Barbarella per Roger Vadim, nessuno si sarebbe stupito più di tanto (molto più incongruo sarebbe apparso come testimone indiretto di melodrammi stile Piange il telefono o Buonasera dottore ). Dalla collaborazione tra il milanesissimo Zanuso e il tedesco (da Monaco) Sapper nasceranno, oltre al «Grillo» (Compasso d’oro e posto d’onore al MoMa di New York), un bell’esercito di televisori per Brionvega («Doney», «Sirius», «Black») e la seggiolina «K 1340» per Kartell: simboli di quanto potesse essere proficuo il legame tra design e imprese (tra i tanti interlocutori del progettista del nuovo Piccolo di Milano si ritrovano Arflex, Gavina, Zanussi, Alfa Romeo, Ibm, Pirelli, Zoppas). Non a caso Zanuso viene considerato uno dei padri fondatori dell’industrial design italiano (tra le sue celebrities l’inconfondibile radio portatile «TS 502»): «La felice armonia dei suoi oggetti – spiega Gillo Dorfles – non è l’espressione di un’eleganza solo formale perché ogni suo pezzo viene sempre studiato attentamente e lungamente dal punto di vista scientifico, ergonomico, economico. Così è molto raro che qualcuno di questi oggetti non sia in grado di reggere il mercato per le sue qualità tecniche oltre che per quelle stilistiche». Il «Grillo» è molto più di un semplice telefono, è l’antenato del nostro cellulare: qualcosa, dunque, di molto bello e moderno. Di tutto ciò Zanuso non sembra però essere particolarmente compiaciuto, almeno in questo ritratto (ma lo stesso vale per Sapper): eppure ne avrebbe tutti i diritti visti (ad esempio tutti quei «Compassi d’oro»). Forse quell’aria blasé deriva dal suo essere così tanto borghese e così tanto milanese; per nascita certo (nel suo albero genealogico si ritrovano editori, medici, altri architetti e tanti fratelli), ma ancora di più come simbolo: perché in fondo sarebbe stato impossibile, tra gli anni Sessanta e Settanta, appartenere a quella «certa borghesia» (viene subito in mente la Signorina Snob di Franca Valeri non a caso grande amica di Billa, moglie di Marco) senza avere in casa una poltrona «Lady» o un divano «Sleep-o-matic». Naturalmente «made by Zanuso».