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 2009  novembre 21 Sabato calendario

ALGERIA- EGITTO, LA "PARTITA" CONTINUA PER LE STRADE SCONTRI, MORTI, FERITI E ARRESTI - ALGERI

Sembrava tutto finito, e invece tutto è ricominciato. Conclusa la partita di Khartoum che ha promosso la nazionale algerina ai Mondiali 2010, si sono riattizzati i fuochi dello scontro politico-diplomatico tra Egitto e Algeria che covavano sotto le ultime sfide calcistiche tra i due Paesi. Ieri, nuova giornata drammatica al Cairo. Centinaia di egiziani hanno tentato di dare l’assalto all’ambasciata algerina: la polizia ha operato una ventina di arresti, mentre in ospedale sono finite 35 persone. Nel frattempo ad Algeri si fanno i conti dei festeggiamenti seguiti alla vittoria della nazionale: tragico il bilancio, con almeno 18 morti e 250 feriti.
La guerra diplomatica tra i due paesi non accenna per il momento ad attenuarsi. Dopo aver convocato l’ambasciatore algerino al Cairo presso il ministero degli Esteri, il governo egiziano ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore ad Algeri. In campo è sceso poi direttamente il presidente Hosni Mubarak, con un summit interministeriale allargato anche ai presidenti delle due Camere ed ai vertici dei servizi segreti e delle forze armate.
«Riprovevoli» gli incidenti seguiti al match di ieri, si leggeva su una nota ufficiale, mentre all’Algeria veniva chiesto, tramite il suo rappresentante diplomatico al Cairo, di prendersi la piena responsabilità per la protezione degli egiziani e dei loro interessi ed attività nel Paese.
Nei giorni scorsi sono stati alcune centinaia gli egiziani tornati in patria in fretta e furia, per sfuggire alle aggressioni subite anche nelle loro case. Mentre il magnate egiziano delle telecomunicazioni Naguib Sawiris, presidente del gruppo ”Orascom”, ha denunciato danni milionari per gli assalti a decine di sedi delle società affiliate in Algeria.
Dopo i primi inviti congiunti alla calma e alla fratellanza araba rivolti dai ministri dei due Paesi alle proprie tifoserie, e le smentite da parte delle autorità algerine alle voci di morti tra i tifosi dei Verdi sabato scorso al Cairo, i nervi sono saltati e la resa dei conti diplomatica è arrivata. Ma il governo egiziano ha lanciato accuse anche ai media, prima tra tutti la tv qatariota Al Jazeera, addossando loro la responsabilità delle tensioni e degli incidenti. Ancora ieri del resto il quotidiano governativo Al Shourouk evidenziava le «provocazioni algerine» prima e dopo il match di ieri, mentre l’indipendente Al Masri El Yom, richiamando un rapporto internazionale, ironicamente rilevava che «Egitto e Algeria sono pari nella corruzione».
E mentre il presidente Mubarak metteva una pezza con Kharthum, apprezzando ufficialmente gli sforzi delle forze dell’ordine sudanesi per arginare «gli atti di barbarie» contro i tifosi dei Faraoni in Sudan, la federazione calcio egiziana decideva di uscire all’Unione calcistica nordafricana, presieduta da quello stesso algerino che aveva rifiutato un gesto di riconciliazione in Sudan.
Il ministro degli Esteri egiziano Ahmed Abul Gheit ha ricevuto ieri una telefonata del suo omologo algerino in cui, ha riferito il portavoce del ministero cairota, i due hanno parlato dei «deplorevoli incidenti» seguiti al match tra le due nazionali in Sudan. Il ministro egiziano ha detto anche al «fratello algerino», si legge in una nota, che l’Egitto non permetterà che gli interessi e i cittadini algerini residenti in Egitto siano esposti a pericoli ed aggressioni.