Cecilia Zecchinelli, Corriere della Sera 21/11/2009, 21 novembre 2009
L’India «più grande democrazia del mondo»: all’ultima elezioni i votanti erano 714 milioni. L’India del miracolo economico senza fine: quasi il 7% di crescita quest’anno nonostante la crisi, +75% il mercato azionario
L’India «più grande democrazia del mondo»: all’ultima elezioni i votanti erano 714 milioni. L’India del miracolo economico senza fine: quasi il 7% di crescita quest’anno nonostante la crisi, +75% il mercato azionario. Ma anche, tuttora, l’India delle enormi disuguaglianze. Che anzi aumentano. L’ultima classifica di Forbes sui miliardari mostra infatti che nel subcontinente sono quasi raddoppiati dal 2008. Erano 27, ora sono 52. E questo significa che a controllare il 25% del pil è lo 0,00001% della popolazione. O per usare un altro parametro che i 100 indiani più ricchi «valgono» 184 miliardi di euro. In Cina l’analoga «top 100» arriva a 113. Che industriali come Mukesh e Anil Ambani (1˚ e 3˚ della classifica) o Lakshmi Mittal (2˚ posto) siano ricchissimi non è una novità. Che ogni anno aumentino il divario (a loro favore) con i miliardari Usa nemmeno. Nel Paese dove il sistema delle caste è ancora radicato la loro fortuna è stata magari invidiata ma a lungo accettata. Ora però, anche qui, le cose iniziano a cambiare. Gli 800 milioni di indiani che vivono con 20 rupie al giorno (0,30 euro) hanno mandato in parlamento e al governo (con molte star di Bollywood, ovviamente ricchissime) uomini e donne decisi a limitare il divario. Il ministro per gli Affari societari, Salman Khurshid, ha definito «volgari» gli stipendi degli imprenditori, chiesto un limite, ottenuto una riduzione del 66% dei compensi di Mukesh Ambani. E scatenato nel Paese dove la dea del denaro Lakhsmi è venerata da (quasi) tutti un dibattito più acceso che mai, tra chi difende e chi attacca i super-billionaire. Che intanto, visto che il miracolo economico per un po’ durerà, continuano ad aumentare. E ad arricchire. C.Zec.