Massimo Gramellini, La Stampa 21/11/2009, 21 novembre 2009
Si narra che in un noto teatro di Torino stia avvenendo da alcune sere un fenomeno paranormale. Nei momenti culminanti dello spettacolo il silenzio viene interrotto da una voce che lancia la volata all’applauso del pubblico
Si narra che in un noto teatro di Torino stia avvenendo da alcune sere un fenomeno paranormale. Nei momenti culminanti dello spettacolo il silenzio viene interrotto da una voce che lancia la volata all’applauso del pubblico. La voce ha un tempismo straordinario, da loggione della Scala o, se preferite, da gag di Petrolini. Ma non è questo l’aspetto che inquieta gli spettatori. E’ la sua provenienza. Da dove arrivi, infatti, nessuno lo sa. Forse dall’alto. Per oltre un’ora la voce rimane protetta dal buio, ma appena si accendono i riflettori qualcuno in platea alza il collo per sondare. Gli sembra di riconoscerla, ma non ne è sicuro. Finalmente coglie un indizio: la voce esce dal palco numero 12. Le maschere del teatro sostengono che è riservato, ma non si capisce a chi, dato che sembra vuoto. Una signora di solito bene informata afferma che si tratta dello spirito di un colonnello dell’esercito sabaudo, innamorato ai suoi tempi di un’attrice che assomigliava alla protagonista. Poi l’altra sera a un ragazzino è scappata la pipì. Mentre il pubblico applaudiva gli attori a fine recita, si è scaraventato in cerca di un bagno, perdendosi fra i palchi. Stava passando accanto al numero 12 quando ha visto aprirsi la porta e uscire una sagoma scura che saltellava come un folletto. Il folletto ha fatto «ciao» con la mano ed è scappato giù per le scale. Ma il ragazzino è un esperto di cinema e l’ha riconosciuto. Era il fantasma di Roberto Benigni, che ogni sera, nel palco numero 12 del Carignano di Torino, rinasce come capoclaque per amore della sua sposa.