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 2009  novembre 21 Sabato calendario

MILANO

Il presidente dell´Abi torna a suonare la campana dell´allarme-sofferenze per il sistema bancario italiano. Difficoltà aggravate dalla mancata soluzione del nodo fiscale sulle perdite («Non si va verso una soluzione, anzi il problema si sta aggravando», ha detto ieri Corrado Faissola) e dalle indicazioni sulle nuove regole internazionali, che a loro volta promettono poco di buono: «Le prime notizie non ci rendono del tutto tranquilli: occorre prestare particolare attenzione all´economia reale e ai mercati borsistici».
 un Faissola preoccupato quello che parla alla 25esima Assemblea annuale dell´Aibe, l´associazione delle banche estere in Italia presieduta da Guido Rosa. Preoccupato dalla schiacciante evidenza dei numeri, che snocciola in progressione: «Nel primo semestre del 2009 le rettifiche di valore nette per il deterioramento dei crediti hanno superato i 9 miliardi» dice. E subito continua: «I dati preliminari dei primi nove mesi e relativi alle prime undici banche del paese parlano di oltre 11 miliardi, a fine anno non saremo lontani dai 20 miliardi, traguardo che ovviamente ci auguriamo di non raggiungere». L´anno scorso, per capire i termini del problema, le perdite nette su crediti erano state pari a 9,9 miliardi di euro; la metà quindi di quanto paventa adesso Faissola. E ancora: al settembre 2009, le sofferenze lorde erano pari a 55 miliardi di euro, in crescita del 25% rispetto allo scorso anno e ormai superiori al 3% degli impieghi.
Per questo, continua il presidente dell´Abi, sotto il profilo fiscale occorre «un intervento strutturale, niente pannicelli caldi» anche perché il problema «si sta fortemente aggravando» e ormai gli istituti sono assediati da «un tax rate che sta arrivando a livelli insostenibili». Anche perché, dice Faissola, le banche da parte loro hanno dimostrato di aver fatto bene il mestiere: «Il nostro sistema bancario ha superato questa fase ciclica della crisi in condizioni più che buone». Non solo, «abbiamo fatto credito buono e lo abbiamo fatto a buone condizioni», ha detto, ricordando che in Italia non c´è credit crunch: «Le prime stime sui dati di ottobre ci segnalano che i prestiti alle famiglie hanno ancora un flusso netto positivo».
Pur da un altro punto di vista, anche il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha sottolineato che il momento ha ancora molte ombre: ieri a Francoforte ha affermato infatti come sia «troppo presto per dichiarare che la crisi sia superata» secondo quanto riferisce l´agenzia di stampa Bloomberg, annunciando comunque un ritiro «tempestivo e graduale» delle misure straordinarie per contrastare la crisi, con le banche che devono tenersi pronte all´eventualità. Ma Trichet ha anche bacchettato i banchieri, ricordando loro che i benefici dei copiosi aiuti ricevuti «devono essere utilizzati in via prioritaria per rafforzare capitali e riserve piuttosto che per pagare dividendi o indennità non meritate».
Schiarita invece sul fronte congiunturale interno: gli ordini dell´industria sono aumentati del 5,2% in settembre (rispetto al mese precedente) e il fatturato è salito del 2,3%, secondo i dati Istat destagionalizzati. Si tratta dei dati più alti rispettivamente da gennaio e da giugno 2008. Tuttavia, rispetto ad un anno fa, gli ordini calano del 20,4% e il fatturato del 17,3%.