Andrea Bonanni, la Repubblica 21/11/2009, 21 novembre 2009
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES - Non è finita la partita delle nomine ai vertici europei, dopo la scelta deludente di Herman van Rompuy a presidente del consiglio europeo e di Catherine Ashton a "ministro degli Esteri" della Ue. Adesso, infatti, si apre il tavolo dell´assegnazione dei portafogli in Commissione. E, sullo sfondo, comincia il posizionamento per la presidenza dell´Eurogruppo e per quella della Bce, che si decideranno a settembre prossimo e nel 2011. In questo quadro l´Italia, in un´Europa che guarda sempre più al proprio ombelico dell´interesse nazionale, continua a perdere colpi.
Intanto, già dietro le quinte del vertice di giovedì, l´accoppiata franco-tedesca ha messo a segno un colpo grosso a livello di altissimi funzionari, aggiudicandosi l´avvicendamento sulla poltrona di segretario generale del Consiglio: un organo che prenderà sempre più potere. L´attuale segretario generale, francese, resterà in carica ancora per un anno e mezzo. E già c´è l´intesa che sarà sostituito da un tedesco. Tedesco dovrebbe essere, sempre secondo le indiscrezioni, anche il capo di gabinetto della signora Ashton, mentre alla direzione generale delle relazioni esterne Barroso ha appena piazzato un portoghese, fino a poco fa suo capo di gabinetto.
E poi c´è la composizione del collegio dei commissari. I grandi, con l´eccezione dei britannici che hanno messo la loro vicepresidente a capo della politica estera, sono da tempo in corsa per i principali portafogli economici.
Sembra ormai sicuro che il francese Michel Barnier avrà il mercato interno, con competenza sulla cruciale ristrutturazione dei servizi finanziari. La Spagna dovrebbe riconfermare Almunia come responsabile delle politiche economiche e monetarie. L´Olanda spera di mantenere la concorrenza confermandovi Neelie Kroes, ma non è certa. La Germania vuole un portafoglio economico "pesante" per il nuovo commissario Gunther Oettingner: forse la riconferma dell´industria, sempre che non si liberi la concorrenza.
E l´Italia? Dopo la bocciatura della candidatura D´Alema, è certo che Berlusconi riconfermerà a Bruxelles Antonio Tajani. Ma in che ruolo? A Roma potrebbe fare gola il portafoglio del commercio estero, lasciato libero dai britannici. Ma la partita non è assolutamente chiusa. Così ci sono buone probabilità che Tajani venga riconfermato ai Trasporti anche se, chiuso il dossier Alitalia, il portafoglio non è più così strategico per gli interessi del nostro governo. Per non fare proprio la figura della Cenerentola, Roma vorrebbe almeno che le competenze di Tajani fossero allargate, magari al settore dell´auto. Ma, se l´industria resterà ai tedeschi, pare difficile che Berlino ceda una fetta così importante delle proprie competenze.
Certo sono lontanissimi i tempi in cui, con Prodi alla presidenza della Commissione e Mario Monti alla Concorrenza, gli italiani avevano un ruolo egemone nell´esecutivo di Bruxelles. Dopo aver fallito la battaglia per portare Mario Mauro alla presidenza del Parlamento europeo, dopo aver perso quella per D´Alema ministro degli Esteri, dopo esserci lasciati sfuggire senza neppure combattere l´assegnazione dei posti chiave a livello di alti funzionari, ora c´è anche il rischio di non riuscire a conquistare un portafoglio di rilievo nel collegio dei commissari.
Al governo Berlusconi non resta dunque che cercare di guardare lontano, alle nomine per l´Eurogruppo e la Bce. Ma anche qui la strada appare tutta in salita. Alla prima poltrona, ora occupata dal premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, Roma aveva ufficialmente candidato Giulio Tremonti, che però ora dice di non aspirare a quell´incarico. La presidenza dell´Eurogruppo, cioè del Consiglio dei ministri economico-finanziari della zona euro, viene esercitata da un ministro in carica: dunque Tremonti non avrebbe bisogno di dimettersi. Tuttavia all´Eurogruppo guarda con interesse anche la Francia. E la ministra francese dell´Economia, Christine Lagarde, sembra godere dell´appoggio non solo dei tedeschi e del Benelux, ma anche degli ambienti finanziari della City, visto che un recente sondaggio del Financial Times l´ha classificata al primo posto come miglior ministro dell´Economia della Ue.
Anche la strada per Francoforte è irta di ostacoli. Il governatore della Banca d´Italia, Mario Draghi, è un candidato naturale e prestigioso per sostituire Trichet alla Banca Centrale europea. Il governo lo appoggia. In questo caso, la candidatura italiana gode di un prestigio e di una simpatia indiscussi. Tuttavia sulla Bce ha messo gli occhi Angela Merkel. E vuole la poltrona di presidente per il capo della Bundesbank, Axel Weber.