Emanuele Perugini, il Messaggero, 21/11/2009, 21 novembre 2009
ITALIANI SEMPRE PIU’ VECCHI E MALATI - ROMA
Più vecchi e malati. Mediamente soddisfatti, nonostante i disservizi pubblici, e più tecnologici che mai. Rispetto agli anni scorsi, gli italiani sono cambiati ben poco, anche se sono più numerosi: 426 mila più del 2007, per un totale che supera i 60 milioni di residenti. A tracciarne un profilo, puntuale come ogni anno, è l’ ”Annuario statistico italiano 2009”, presentato ieri dall’Istat. L’immagine che ne viene fuori è un popolo invecchiato con un italiano su 5 ultrassessantacinquenne. Popolo di vecchi che con l’avanzare dell’età si ammala di più. Gli anni infatti crescono insieme ai malanni. Tant’è che quest’anno il 38,8% dei residenti dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, ma la percentuale sale all’86,9% per gli ultrasettantacinquenni. Le malattie croniche più diffuse sono quelle tipiche della vecchiaia, come l’artrosi, l’artrite, l’ipertensione, le malattie allergiche e l’osteoporosi. Nonostante questo, quasi l’80% cento degli italiani si dichiara soddisfatto. Sarà per le solite attività consolatorie, sempre le stesse degli ultimi 50 anni. La tv è, anche in quest’ultimo anno, la prima compagna per quasi la totalità dei nostri concittadini: il 93,6% la guarda come d’abitudine. Altri passatempo sono il cinema, con 1 persona su 2 che è uscita a vedere un film nell’ultimo anno. Ancora bassa la frequentazione di mostre e musei, così come rimane bassa (45,1%) la percentuale di italiani che dedica il proprio tempo ai libri.
Continua l’incessante impennata delle nuove tecnologie. Non solo l’uso del telefonino, ormai parte integrante dell’87,3% delle famiglie, ma soprattutto quello dei pc e di Internet entrati a far parte della vita di quasi la metà di tutti gli italiani. Passatempi da poltrona che non contrastano con l’abitudine tipica italiana alla sedentarietà. La percentuale di persone che pratica uno sport con continuità è ancora molto bassa, il 21,5%. Gli italiani preferiscono le pantofole al jogging, come l’auto all’autobus. L’«allergia» ai mezzi pubblici appare evidente con poco meno di un quarto della popolazione che usa i mezzi urbani.
Calano lievemente i matrimoni e crescono i divorzi e le separazioni. In crisi, ma non è una novità, le culle. L’Italia, infatti, rimane il paese d’ Europa con l’indice più scarso di natalità. Il tasso di nascite è di 1,41 figli per donna, un po’ di più dell’1,37 dell’anno precedente. A salvarci dallo spopolamento sono gli immigrati. L’aumento del movimento migratorio, infatti, ha in pratica neutralizzato l’effetto negativo del saldo naturale fra nati e morti. Merito insomma dei 3.891.295 stranieri residenti, pari al 6,5% della popolazione totale, la maggior parte dei quali arriva dall’Unione europea (29,1%).
Sul fronte dell’istruzione calano lievemente gli iscritti alle università, mille in meno rispetto all’anno accademico 2006/2007. Continua invece, ad aumentare la scolarizzazione con 22.307 iscritti in più rispetto all’anno precedente.
Non cresce neanche l’occupazione. La base occupazionale si amplia nel 2008 a 23.405.000 persone (+0,8% rispetto al 2007), ma aumenta anche il numero delle persone in cerca di un lavoro (+12,3%). Il tasso di disoccupazione sale quindi al 6,7%. Molti si lamentano ancora delle difficoltà di accesso ai servizi pubblici. Lamentano file di oltre 20 minuti alle Poste il 55,9 per cento dei cittadini e denunciano difficoltà di accesso al pronto soccorso il 54,7 per cento degli italiani, il 38,5 per cento alle forze dell’ordine e il 34,8 per cento agli uffici comunali.