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 2016  gennaio 20 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Ieri la Borsa si è ripresa, ma le banche hanno continuato ad andar giù. In particolare Banco Popolare, Unicredit e Monte dei Paschi, che ha perso un altro 14,4%. A questo punto - chiarito che l’indagine della Bce sui crediti deteriorati è di routine e non riguarda solo le banche italiane - è sorto il dubbio che le vendite insistite dei titoli bancari italiani siano un effetto dei cattivi rapporti tra il nostro governo e la Commissione europea. Ieri ci sono state altre bordate, da una parte e dall’altra.

Sentiamo.
L’altro giorno fonti non precisate della Commissione avevano fatto sapere che a Bruxelles ci si lamenta «di non avere autentici interlocutori a Roma». Come dire: Renzi non esiste. Il primo a rispondere era stato Gentiloni, il nostro ministro degli Esteri: «L’Italia ha un governo nel pieno dei suoi poteri». Ieri poi è intervenuto direttamente il premier, con una nota su Facebook: «L’Italia, sempre più aperta e attrattiva per gli investimenti internazionali. Con grandi aziende globali che non fanno più mordi e fuggi come in passato, ma hanno deciso di puntare sul nostro Paese, di scommettere sul suo futuro. È la risposta migliore a chi, forse impaurito da questo nuovo protagonismo italiano, preferirebbe averci più deboli e marginali, come purtroppo è spesso accaduto in passato. Se ne facciano una ragione: l’Italia è tornata, più solida e ambiziosa». Lasciamo stare sulla veridicità di queste affermazioni. Fatto sta che gli ha risposto subito Manfred Weber, presidente del gruppo parlamentare del Ppe, fedelissimo della Merkel e grande elettore di Juncker alla presidenza della Commissione: «Renzi sta mettendo a repentaglio la credibilità europea a vantaggio del populismo. Il suo rifiuto di aiutare la Turchia toglie credibilità e forza all’Europa».  

Che cos’è questa storia della Turchia?
La Merkel ha concordato con Erdogan un contributo di tre miliardi di euro. Versati ad Ankara perché si tenga ben stretti i due milioni di profughi siriani che stanno nei suoi campi. Secondo la Kanzlerin questi tre miliardi dovrebbero essere trovati così: un miliardo direttamente dall’Europa e gli altri due suddivisi tra i Paesi membri della Comunità. Renzi ha risposto seccamente di no: i tre miliardi, ha detto, li tiri fuori tutti Bruxelles. Ha dalla sua il seguente numero: l’Europa s’era impegnata a redistribuire tra tutti i Paesi della Ue 160 mila persone, e ne ha ricollocate appena 272 (190 dall’Italia, 82 dalla Grecia). Dall’Europa possono controbatterci che dovevamo approntare 11 hotspot e al momento, di pienamente operativi, ce ne sono solo due: Lampedusa e Trapani. Ma è su tutta la questione immigrazione che Bruxelles balbetta, specialmente dopo i problemi che su questo ha al suo interno la Merkel.  

Ho la sensazione che possiamo stare fino a domani mattina a fare l’elenco delle ragioni e dei torti nostri e loro. Ma senza troppo costrutto. Dietro la guerra di parole tra Italia ed Europa c’è qualcos’altro. Intanto: che c’entrano le banche?
L’Europa non ci fa fare la bad bank per il contrasto sulla valutazione dei debiti in sofferenza e il timore che alla fine l’intervento italiano si risolva in un aiuto di Stato. Sugli aiuti di Stato l’Europa è sempre più severa. Oggi metterà sotto la lente gli interventi sull’Ilva ed è probabile che costringa l’acciaieria a restituire i 300 milioni ricevuti in dicembre. La voce grossa di Renzi si giustifica con il timore che la legge di Stabilità appena varata, e che sfonda i deficit concordati, vada incontro a una bocciatura. Dopo di che il governo sarebbe costretto a mettere altre tasse. Oltre tutto l’anno prossimo vengono a scadenza clausole di salvaguardia per un sacco di soldi.  

• «Clausole di salvaguardia» significa?
I governi del passato, cominciando da Berlusconi nel 2002, hanno introdotto nel nostro sistema le cosiddette «clausole di salvaguardia». Si tratta di questo: io governo decido una certa spesa - per esempio, regalo a tutti 80 euro - e mi impegno a trovare i soldi necessari nel modo X. Per garantire a tutti, e specialmente all’Europa, che sono serio, prometto che se il modo X non funziona, l’Iva o le accise sulla benzina o qualche altra tassa aumenteranno automaticamente a partire dalla tal data. Questa è la «clausola di salvaguardia». Da qui al 2018 ne potrebbero scattare per una settantina di miliardi.  

Quindi Renzi ha cominciato a litigare per prepararsi un alibi («è colpa dell’Europa») nel caso fosse costretto a mettere nuove tasse?
C’è anche il fatto che parlar male dell’Europa toglie argomenti a M5S, Lega, Fratelli d’Italia e Berlusconi. Qualcuno ipotizza che lo scontro con Bruxelles sia già campagna elettorale e significhi questo: appena vinto, in ottobre, il referendum sulla riforma costituzionale, Renzi pretenderà di andare alle elezioni anticipate. (leggi)

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