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 2016  gennaio 20 Mercoledì calendario

L’Italia, il fanalino di coda che cresce. Secondo l’Fmi «il Pil sale dell’1,3%»

L’Italia tiene le sue posizioni in materia di crescita al cospetto di un rallentamento economico globale, sebbene rimanga fanalino di coda dell’area a moneta unica.
È quanto afferma il Fondo monetario internazionale, nella consueta revisione di gennaio del “World Economic Outlook”, il rapporto sullo stato di salute dell’economia planetaria. L’istituzione di Washington conferma per il 2016 la stima di crescita dell’1,3%, e un +1,2% per il 2017, in linea con quanto detto a ottobre, e ben oltre il +0,8% registrato nel 2015. Il 2014 invece è stato l’ultimo anno di non crescita con un Pil negativo dello 0,4 per cento. La performance è nella sostanza in linea con quella dell’Eurozona dove però rimane la più debole. «In questo momento ci sono in Europa tutta una serie di iniziative, a partire dal Quantitative easing (Qe), che stanno aiutando l’economia, c’è il basso prezzo del petrolio che per il continente e per l’Italia, realtà importatrici di greggio, ha dei benefici. Inoltre l’Europa è allo stato attuale il posto più sicuro dove investire e questo vale anche per Italia». 
A sostenerlo è Andrea Montanino direttore del «Global Business and Economics Program» presso l’Atlantic Council di Washington, e già direttore esecutivo del Fmi. Per Montanino il 2016 potrebbe essere l’anno in cui si iniziano a vedere i frutti per l’Italia soprattutto in un mercato del lavoro più dinamico, come suggeriscono i dati giunti ieri. «Se si guardano i dati degli investimenti diretti esteri Usa verso l’Europa, l’Italia è ancora molto indietro – prosegue -. Il maggior interesse dei grandi investitori aiuterebbe la crescita e ritengo che ciò può succedere perché c’è un clima positivo ora intorno all’Italia». Il dubbio, guardando l’America, è quanto pesi il Qe sul «momentum» italiano ed europeo. «Le politiche monetarie – puntualizza Montanino – possono aiutare se accompagnate da un sistema bancario in grado di dare credito alle imprese, un sistema imprenditoriale che fa investimenti e aumentare di capitale e non solo di debito, specie per le Pmi. E se ci sono riforme che aiutano a fare business». La fiducia sull’Italia è in crescita anche tra i manager presenti alla maxi-kermesse di Davos. Secondo un sondaggio di PriceWaterhouse Coopers oltre la metà dei capitani d’impresa si aspetta un 2016 in decisa ripresa.