ItaliaOggi, 20 gennaio 2016
La birra tedesca compie 500 anni, ma i giovani di oggi bevono vodka
I tedeschi bevono birra. I luoghi comuni sono a volte veri, in questo caso sempre meno. I tedeschi bevono meno birra di un tempo, perché la società invecchia, cresce la percentuale di chi ha più di sessant’anni, un traguardo che vede arrivare signore e signori gagliardi e in forma, ma in genere bevono meno che in gioventù.
I giovani, poi, berranno pure, ma in modo diverso dai loro padri e nonni. Si ubriacano a velocità vertiginosa scolando vodka direttamente dalla bottiglia, o ingurgitando ingannevoli miscugli. Il mio problema con la birra è un altro. La bevono anche gli amici italiani in visita a Berlino. «E, da bere?» chiede il cameriere. Una birra naturalmente, e comincia il dibattito su gross o klein, grande o piccola oppure media, ma che si intende per grande a casa di Frau Angela? Come? Un terzo di litro è piccola? Decisa la misura, diventano impazienti, ma quando arriva?
Spillare la birra è un’arte paziente, se fanno in fretta ti servono solo schiuma, qui sono pignoli e precisi. Qualcuno, a questo punto, cambia idea. Digli di portarmi un bicchiere di vino. Troppo tardi, la sta già spillando, cerco di spiegare. Mi guarda con commiserazione, e commenta: sei diventato troppo tedesco. Gli italiani esperti chiedono una birra scura, e gliela portano, anche se non la si dovrebbe bere pasteggiando. I gusti sono gusti. Però, qualcuno arriva a indicare la marca, che di solito è inglese, o irlandese. Come non ce l’ha? rimproverano il cameriere.
Il fatto è che certe birre straniere per i tedeschi non sono neanche birre. Loro sono innovatori, e anche tradizionalisti, il che è uno dei segreti del made in Germany. Quest’anno si festeggeranno i 500 anni del Reinheitsgebot che, tradotto letteralmente, sarebbe il comandamento della purezza. Niente di erotico, riguarda le regole per preservare la birra autentica. Il 16 aprile del 1516, a Ingolstadt, città di guarnigione sul Danubio, Guglielmo IV di Baviera promulgò la legge per la tutela della birra nel suo regno. Si ritiene che sia il primo atto nella storia a difesa di un prodotto alimentare. La sorpresa è che mezzo millennio dopo, tra guerre e altri eventi, sia ancora in vigore, appena con qualche variante secondaria. Nel 1871, con la nascita del Reich di Bismarck, i bavaresi riuscirono a imporre al resto della Germania il loro metodo per la birra: i maestri siamo noi. E gli altri si arresero.
Il sovrano sancì che la birra va fatta con solo tre ingredienti, l’acqua, l’orzo e il luppolo, e fissò anche il prezzo massimo: da 1 a 2 Pfennig, centesimi, per Maß, cioè un litro e 0,69. Oggi, all’Oktoberfest un Maß costa dieci euro, e sicuramente sarà più caro il prossimo settembre, mese in cui nonostante il nome si apre la festa a Monaco che tanto piace agli italiani. Una Kellnerin esperta, la cameriera dall’ampia scollatura e la gonna a campana, ne riesce a portare dieci boccali alla volta, uno per dito. Cento euro di conto. Il luppolo veniva usato come conservante, la legge del 1516 voleva evitare altri metodi, risalenti al medioevo, per la conservazione, considerati poco efficaci. Per la verità, il «comandamento» reale oggi viene in parte violato consentendo l’impiego di malto di frumento e di zucchero di canna. Per il resto, i tedeschi continuano a bere come cinque secoli fa.
Il Reinheitsgebot crea dei problemi comunitari. Secondo la legge di re Guglielmo alcune birre prodotte all’estero non possono neanche essere classificate come birre, quelle francesi e belghe che, orrore, sono fabbricate con il riso. E alcune inglesi. Anni fa, la Germania fu processata a Bruxelles perché ne vietava la vendita. L’avvocato difensore sostenne che erano pericolose perché contenevano troppo alcol, e molti tedeschi ne bevono due litri al giorno. Il giudice sentenziò che quanti bevono due litri di vino o di birra non possono preoccuparsi del grado alcolico. La Germania fu obbligata a importarle, ma nessuno può costringere i tedeschi a metterle in vendita, e a berle. Quindi il mio amico che pretende una «scura» di Dublino si rassegni. I tedeschi sono corretti: dopo la riunificazione controllarono una storica birra di Neuzelle, nel Brandeburgo, regione dell’est, la «Schwarzer Abt», l’abate nero. Non la vietarono, ma proibirono di scrivere birra sull’etichetta.