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 2016  gennaio 20 Mercoledì calendario

Breve storia del cerotto

È passato quasi un secolo da quando, nel 1920, nacque il primo cerotto. Da allora è diventato un compagno onnipresente, perfetto per le piccole emergenze quotidiane. Addomestica il dolore e fascia non solo una ferita, ma accarezza la psiche, tranquillizzandoci con un messaggio chiaro: «Il peggio è passato».
Adesso al Mit di Boston, il Massachusetts Institute of Technology, è nato il cerotto del nuovo secolo. Futuristico e, anche questo, dotato di un messaggio subliminale. Trasparente, è composto da un idrogel, vale a dire un quasi impalpabile polimero super-malleabile, intriso d’acqua. Assume qualunque forma, si adatta alle zone del corpo più difficili, come gomiti e ginocchia, e può contenere colonie di microsensori programmabili e una lunga serie di mini-meraviglie elettroniche.
Non solo accelera la guarigione del tessuto danneggiato. Allevia il dolore. Ed è in grado di monitorare diversi parametri dell’organismo e quindi di rilasciare i farmaci in dosi controllate e in tempi prestabiliti. E – rivoluzione nella rivoluzione – aderisce senza appiccicarsi. Così il neo-cerotto farà sparire l’immancabile smorfia di dolore quando lo si toglie.
A inventarlo è stato il team di Xuanhe Zhao, il quale dice di essere sicuro che la sua creatura cela potenzialità enormi, comprese quelle psicologiche. Se finora i microchip per aiutarci a guarire sono stati considerati dai più come temibili intrusi – alieni da incubo, pronti a colonizzarci -, adesso con il polimero «made in Mit» diventano finalmente umani. Una possibile parte di noi stessi, confortevoli e rassicuranti. Invisibili e protettivi. Il contrario dell’high-tech che intimidisce.
E così le applicazioni – sostiene il prof – saranno numerose. Lo stesso idrogel che dà vita al cerotto si trasformerà in un sensore del glucosio per rendere più semplice la vita dei diabetici o prenderà la forma del primo condom antivirus: dotato di speciali proprietà, neutralizzerà l’Hiv. Ed è solo l’inizio. Con le app dallo smartphone il neo-cerotto curerà a distanza molte malattie. Sotto l’occhio di un medico-robot.