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 2016  gennaio 20 Mercoledì calendario

Sulla ricerca del petrolio a mare scontro tra Abruzzo e Puglia

«Adesso basta blitz», Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, incassa il risultato del «sì» della Consulta al referendum. E va oltre. Ora la battaglia contro le Trivelle si fa più «pepata». Ieri il consiglio regionale del Veneto ha presentato conflitto di attribuzione e Calabria, Basilicata, Sardegna, Campania, Puglia, Molise, Marche, Veneto e Liguria si preparano a fare altrettanto.
Tutti con l’obiettivo dichiarato di ottenere un ripensamento su trivelle e ricerche. Molti con intenzioni politiche meno improntate all’ecologia. «Il governo non deve fare una norma uccidi-referendum. Perché è una consultazione politica che tende a spingere il governo a elaborare una politica energetica. È giusto riflettere sull’utilità di ricerche ed eventuale utilizzo di petrolio in un mare chiuso come il nostro», suggerisce Emiliano. E aggiunge: «O c’è una dichiarazione pubblica di pentimento e una revoca delle autorizzazioni o è meglio il voto». «Non concederlo per paura che i no-Triv votino “no” al referendum costituzionale avrebbe l’effetto opposto: trascinerebbe tutti alle urne per bocciare la Riforma», paventa, attaccando il collega defezionario, il governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso. Inizialmente le Regioni promotrici del referendum erano 10. Ma lui ieri ha inviato la difesa della presidenza della Regione in udienza per una retromarcia. «Ha venduto la schedina prima della vincita», lo ha sbeffeggiato Emiliano. L’altro se l’è cavata con un apprezzamento di rito della decisione. Una sottolineatura che «la Giunta che presiedo è stata tra le prime a promuovere il ricorso all’iniziativa referendaria per contrastare l’arrivo di trivelle a Ombrina». E con una fuga in avanti: «La notizia secondo la quale il Governo ha in preparazione un intervento normativo sulla durata delle trivellazioni dimostra che la linea del dialogo è quella giusta». Ma il governo ha smentito. Lui comunque oggi sarà a Roma per ottenere, dice, risultati concreti nella «tutela del mare blu e delle Tremiti».
Sulla stessa linea, per un giorno, governatori di Lega, Pd e Forza Italia. «La questione sarebbe stata facilmente risolvibile con una condivisione e una costruzione di un percorso alternativo attraverso il confronto tra Stato e Regioni», dice il governatore del Molise Paolo di Laura Frattura. E aggiunge: «Si rischia ancora una volta di dover coinvolgere i cittadini che si erano già espressi contro le trivellazioni».
Luca Zaia, governatore del Veneto, prima regione ad aver deciso ieri il conflitto di attribuzione attacca: «Il primo obiettivo, quello della possibilità di effettuare il referendum, è raggiunto; ora dobbiamo guardare al traguardo decisivo: impedire le trivellazioni nei nostri territori e nel nostro mare e mettere la parola fine a questa spada di Damocle».
Giovanni Toti, governatore forzista della Liguria ironizza: «Visto che Renzi è così felice del referendum sulle riforme, credo che anche in questo caso sia giusto che lasci decidere il popolo. A me interessa relativamente dal punto di vista amministrativo. Perché ne abbiamo poche. Ma dal punto di vista politico sì: si devono sfruttare le risorse ma coinvolgendo e concordando. Invece anche in questo caso non si capisce se il gioco è Renzi contro tutti o il Pd contro se stesso».