
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’ultimo numero della tragedia francese è il sette: tre terroristi uccisi dalla polizia, ma al prezzo di (almeno) quattro ostaggi. Sono stati ammazzati, al termine di una sequenza che nei dettagli ancora non conosciamo, i due fratelli Kouachi, responsabili del massacro di Charlie Hebdo. Ed è stato ammazzato un terzo islamista fanatico, un tizio che l’altra sera aveva freddato senza alcun motivo una poliziotta. Non pareva che tra i due eccidi ci fosse un collegamento. Ma ieri i due fatti si sono connessi, un’escalation inattesa, frutto probabilmente di pura emulazione.
• Dobbiamo raccontare il precedente di questa poliziotta assassinata.
Clarissa Jean-Philippe di 25 anni, originaria della Martinica. Un’agente alle prime armi, ancora alle prese con il periodo di apprendistato. Si stava esercitando dirigendo il traffico. La chiamano verso le otto di mattina di giovedì a Montrouge, cinque chilometri a sud di Parigi, dove un incidente ha provocato un grande ingorgo. Lei corre. Quando arriva, mentre è in piedi tra le macchine e cerca di districare il groviglio, un uomo tutto vestito di nero scende da una delle auto bloccate, ha in mano una pistola, mira alla gola – in modo da non farsi bloccare dal giubboto antiproiettile – spara e la uccide sul colpo. Poi scappa. I giornali, le radio, le televisioni sono pieni dei fatti del giorno prima, cioè Charlie Hebdo. Tra i due episodi c’è un collegamento? Sulle prime lo si esclude, anche se l’uomo viene presto identificato, si chiama Amedy Coulibaly, ha 32 anni, origini africane, ieri le agenzie scrivevano che fa parte della medesima cellula jihadista dei due fratelli, la cellula di Buttes-Chaumont, dal nome del parco parigino del XIX arrondissement in cui venivano reclutati i futuri martiri della guerra in Iraq. Da ultimo, Coulibaly ha detto di essere un seguace di al Baghdadi e dell’Isis. In ogni caso, ha cominciato ammazzando questa poliziotta.
• E ieri…
Ieri la polizia lo braccava, è stata organizzata la caccia anche alla compagna, terrorista pure lei, di nome Hayat Boumedienne, 25 anni. Secondo gli agenti, a Montrouge c’era pure Hayat. Ma, mentre la polizia cercava di mettere le mani su questo assassino, gli altri due, cioè i fratelli Kouachi, erano arrivati, a bordo di una Renault Clio, a un chilometro da Montagny-Sainte Félicité, nel dipartimento della Oise (Piccardia) proprio nel punto dove finisce una foresta. Hanno abbandonato l’auto, ormai identificata, ne hanno fermata un’altra, una Peugeot 206, hanno intimato alla donna che era al volante di sedersi dietro, sono partiti, dopo un po’ si sono fermati e hanno fatto scendere la donna. Quindi hanno proseguito in direzione di Dammartin-en-Goële. Qui si sarebbe conclusa la loro vicenda e la loro vita.
• Che cosa hanno fatto?
Si sono barricati in un capannone, sede di una piccola tipografia, la Création Tendance Découverte, specializzata nella produzione di cartelli e materiali per stand espositivi. Nella tipografia c’era una sola persona, che però ha fatto in tempo a nascondersi in una botola. I due fratelli hanno creduto di essere soli, di non avere cioè neanche il vantaggio tattico di tenere di mira qualche ostaggio. E però neanche la polizia, mentre si andava concentrando a Dammartin-en-Goële era sicura di avere la via sgombra. Il sindaco della piccola città, intanto, intimava agli studenti di non uscire da scuola e di tenersi lontano dalle finestre, il traffico veniva bloccato, cinque elicotteri sorvolavano l’area. La mattina è trascorsa così, fino a quando, verso l’una, non è arrivata la notizia della sparatoria a Porte de Vincennes. Una macchina della polizia aveva letteralmente sbattuto contro l’auto di Amedy Coulibaly, l’assassino della poliziotta. Ne era seguita una sparatoria violentissima con successiva fuga di Coulibaly in un negozio kosher – cioè ebreo – lì vicino. Qui, purtroppo, gli ostaggi c’erano, anzi sembra che Coulibaly ne abbia catturati cinque per via, portandoseli dentro. Da dentro ha poi parlato con qualche tv, ha fatto sapere di essersi coordinato con i due fratelli assassini, se fosse stato torto loro un solo capello, allora lui… gli ostaggi…
• La polizia ha deciso di fare irruzione.
Deve essere stata una decisione presa dallo stesso Hollande, che è rimasto riunito tutto il giorno al ministero dell’Interno nella cosiddetta “situation room”. L’irruzione avrebbe di sicuro comportato la morte di qualche innocente. E d’altronde qual era una possibile alternativa? I due fratelli hanno tolto la polizia d’impaccio uscendo dal capannone e sparando all’impazzata. Sono stati abbattuti in pochi secondi. L’irruzione nel negozio kosher, che si è conclusa con la morte di Coulibaly, è invece costata la vita a quattro ostaggi.
• Quanti sono in tutto i morti di questa storia?
Venti. Domenica, grande manifestazione mondiale a Parigi, con capi di stato e di governo, la Merkel, Renzi, Cameron e gli altri. Ci faremo forza gridando in piazza. Ma che ci attendano altrettante storie come questa e forse addirittura peggiori di questa, questo purtroppo, in cuor loro, lo sentono tutti.
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