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 2015  gennaio 10 Sabato calendario

QUIRINALE, CALANO LE SPESE E IL PERSONALE

ROMA.
Il Quirinale costerà allo Stato nel 2015 come nel 2007: 224 milioni di euro. In più avrà a disposizione altri 12 milioni di fondi propri per un totale di 236,8 milioni. Un livello di spesa che, grazie ai tagli fatti nel 2014, verrà tenuto fermo fino al 2017. Così, tenendo conto dell’inflazione, la presidenza della Repubblica fa sapere che dal 2007 al 2014 c’è stata una riduzione reale dei costi del 13 per cento. E rispetto al 2014, ci sarà un risparmio di 3,1 milioni di euro. Inoltre si fa notare che in realtà per le spese solo relative alla funzione presidenziale si spenderà 114,8 milioni di euro. Il resto è imputabile alle pensioni e altri voci di bilancio che sono in carico al Quirinale.
Giorgio Napolitano si appresta così a lasciare dopo aver condotto una “revisione della spesa” in linea con lo sforzo istituzionale di contenimento dei costi. Che sarebbero «sostanzialmente in linea con i costi delle analoghe amministrazioni di altri paesi. Tenendo anche conto della diversità delle funzioni dei singoli capi di Stato, che nei paesi europei retti da forme di governo parlamentare sono spesso minori rispetto a quelle attribuite dalla Costituzione al Presidente della Repubblica italiana».
Allora, si conclude, «si confermano le considerazioni svolte a conclusione delle note illustrative dei precedenti bilanci di previsione: per un confronto corretto e non fuorviante con i bilanci di analoghe amministrazioni di altri paesi è indispensabile avere ben presenti le differenze qui ricordate».
Questi risultati, continua il Quirinale, sono stati ottenuti grazie ad un’attività di tagli che ha coinvolto tutta la struttura. A partire dal personale che rispetto al dicembre 2006 è dimagrito da 2.181 persone a 1.636, con un taglio di 545 unità. Un taglio che non ha risparmiato neanche i corazzieri. In questo quadro sono diminuiti anche i distacchi da altre amministrazioni. La presidenza della Repubblica fa notare ancora che altri risparmi sono arrivati dall’applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni, dal taglio dell’indennità di funzione del Segretario Generale, dall’applicazione ai funzionari del tetto di 240.000 euro annui lordi. Crescono invece le spese per le pensioni. Ma questo, si spiega, «è dovuto al naturale progressivo incremento del numero dei trattamenti di quiescenza, che per altro non hanno usufruito dopo il 2007 di alcuna forma di indicizzazione».
Silvio Buzzanca, la Repubblica 10/1/2015