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 2015  gennaio 10 Sabato calendario

“MEGLIO PAPÀ CHE SINDACO PER 6 MESI STACCO LA SPINA VOGLIO GODERMI MIO FIGLIO”

[Intervista a Marco Buselli] –
Per sei mesi mollerà riunioni e vertici, lo ha già comunicato alla sua giunta, niente più full immersion nella sua stanza al Palazzo Comunale, «priorità alla famiglia, sta per nascere mio figlio» ha annunciato Marco Buselli, 40 anni, sindaco di Volterra, paese toscano in provincia di Pisa. La sua pagina Facebook si è riempita di “mi piace” e “congratulazioni” e “tanti auguri”. Prima la famiglia poi la politica, per questo ha chiesto al suo vice di prendere un’aspettativa di 180 giorni: «Mi sostituirà quando serve».
Dunque sindaco farà per sei mesi il «mammo»?
«Per cominciare quell’espressione non mi piace affatto: io farò il babbo, la mamma c’è già. E poi non è che per sei mesi sparirò totalmente dalla circolazione, voglio però dedicare meno ore alla politica e all’amministrazione, sta per nascere il mio primo figlio ed è un momento irripetibile. È come certi treni, se li perdi non ci sono più. Credo che la gente capirà».
Come hanno reagito in giunta quando ha annunciato questa scelta?
«Benissimo, non è che li lascio soli. Lavorerò di meno, per questo ho chiesto al mio vice, Riccardo Fedeli che come me fa l’infermiere alla Asl di Volterra, di prendere sei mesi di aspettativa: per aiutarmi e affiancarmi nei tanti impegni che hanno riempito fino ad ora le mie giornate».
Quanto lavora normalmente il sindaco di Volterra?
«Tantissimo. A tavoletta, dalle 8 del mattino alle 8 della sera e spesso anche dopo cena c’è qualcosa, un dibattito, un incontro, un’assemblea. Non mi sono risparmiato è così dal 2009 quando con la lista civica Uniti per Volterra, trasversale agli schieramenti destrasinistra, abbiamo vinto le elezioni, non a caso i cittadini ci hanno riconfermato con un incremento del 5,4 per cento. Volterra è una città complessa anche se abbiamo soltanto 11mila abitanti, ha una vocazione turistica e un grande patrimonio artistico da tutelare, per esempio abbiamo il palazzo comunale più antico della Toscana, un teatro Romano, una pinacoteca...».
Per un figlio la politica passa al secondo posto e per la moglie prima no?
«Che c’entra, con mia moglie Silvia abbiamo sempre trovato i momenti per stare insieme. Il fatto è che l’arrivo di un figlio è una rivoluzione nella vita, qualcosa da condividere in pieno, voglio essere presente anche per aiutarla se ne avrà bisogno».
Non teme di perdere consensi?
«No, non è che il sindaco scompare o che l’amministrazione cambia i programmi, io frequenterò lo stesso Palazzo dei Priori (la sede del Comune ndr ) cercando di conciliare l’aspetto pubblico con il mio privato. Però nelle giornate di un sindaco di sono tanti incontri, viaggi, appuntamenti... io chiederò al mio vice di seguirne buona parte».
Non sono molti i sindaci che fanno una scelta come la sua...
«Io sento il bisogno di farlo, per me è una decisione naturale, fatta d’istinto, senza calcolo di nessun genere. Riguarda i miei sentimenti, il mio privato».
In passato Sergio Cofferati non si candidò a sindaco di Bologna dopo la nascita del suo secondo figlio...
«Io sono al secondo mandato... In ogni caso non penso affatto a lasciare l’amministrazione comunale, semmai penso ad alleggerire l’orario per i prossimi mesi. Ci tengo a rassicurare tutti, l’agenda del Comune non ne risentirà ».
Cosa avete in programma per i prossimi mesi?
«Un nuovo asilo a Volterra, due scuole da ristrutturare in due frazioni e poi la risistemazione delle mura medioevali che sono in parte crollate per il maltempo di un anno fa».
Fra quanto diventerà padre?
«Fra poche settimane... è un maschio, lo chiameremo Davide».
Laura Montanari, la Repubblica 10/1/2015