Stefania Tamburello, Corriere della Sera 10/1/2015, 10 gennaio 2015
ROMA Dopo una giornata positiva, ieri è arrivato il crollo: le borse europee hanno chiuso tutte in negativo bruciando quasi 115 miliardi di euro
ROMA Dopo una giornata positiva, ieri è arrivato il crollo: le borse europee hanno chiuso tutte in negativo bruciando quasi 115 miliardi di euro. Madrid ha accumulato un ribasso del 3,91%, seguita da Milano, in calo del 3,27% a 18.177 punti, Francoforte e Parigi dell’1,92% e del 1,90%, Londra dell’1,05%. Il tonfo di Piazza Affari, che giovedì aveva guadagnato il 3,7%, è stato provocato dalla discesa dei titoli bancari, alcuni in caduta libera: il Montepaschi, il peggiore, ha perso addirittura l’8,6%. Il fatto è che sul settore creditizio si è abbattuto l’effetto di una lettera inviata dal nuovo organismo di vigilanza della Bce (Ssm) alle banche controllate con l’indicazione di un nuovo requisito patrimoniale (Cet1), in qualche caso, più alto rispetto a quello stabilito dall’accordo di Basilea3 e quindi dalla Banca centrale europea (9%). Per Mps l’asticella sarebbe stata elevata al 14,3%. Quella della Bce è un’indicazione «preliminare e soggetta a modifiche», ha precisato ieri la banca senese che è in continuo contatto con gli ispettori di Francoforte ai quali è stato presentato il piano di interventi -in particolare un aumento di capitale da 2,2 miliardi di euro - per recuperare il deficit evidenziato dagli stress test terminati lo scorso ottobre. Il piano di Mps deve ancora essere approvato dal Ssm e il livello dell’eventuale nuovo target patrimoniale dipenderà anche dalle modalità definitive e dalla configurazione del bilancio 2014, se verranno cioè registrate o no tutte le perdite evidenziate. La misura del nuovo parametro richesto a Rocca Salimbeni infatti dipende dall’esito degli esami svolti dalla Bce (Comprehensive assessment) e il confronto avviato con le banche fa parte del processo di valutazione (Srep) in corso. Ed è prassi comune per le Autorità di Vigilanza - lo ha fatto finora anche Bankitalia - definire accanto ai coefficienti regolamentari, forme di copertura in relazione allo specifico profilo di rischio degli intermediari. Quel che è importante - fanno rilevare gli esperti di Francoforte - è che le nuove indicazioni della Bce non impongono oneri aggiuntivi alle banche rispetto a quelli determinati dai risultati, già ampiamente comunicati al mercato, delle verifiche degli attivi di bilancio e degli stress test . Nella sostanza, il loro raggiungimento richiede al massimo la realizzazione dei capital plan eventualmente presentati. Stefania Tamburello