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 2015  gennaio 10 Sabato calendario

Uccisi i terroristi francesi • Per l’India i marò spararono «senza essere provocati» • Fidel Castro viene dato per morto: è la quarta volta in un anno • I transessuali in Russia non possono avere la patente


Francia Ieri è stato il giorno in cui sono stati uccisi i fratelli Kouachi che avevano fatto l’attentato a “Charlie Hebdo”, a Parigi. Chérif e Saïd Kouachi sono stati individuati ieri mattina da un automobilista a Montigny-Sainte-Félicité, nella zona a Nord-est di Parigi. I terroristi si sono impadroniti della sua macchina, una Peugeot 206, fuggiti lungo la strada nazionale 2 che collega la campagna alla capitale. I poliziotti, avvisati, li hanno aspettati, c’è stata una sparatoria, Saïd è rimasto ferito al collo. Sono scappati nella zona industriale di Dammartin-en-Goële, paese a 40 chilometri da Parigi. Alle 9 e 30 si sono rifugiati nella tipografia “Création Tendance Découverte” (CTD). Un dipendente dell’azienda, Lilian Lepère, 26 anni, si è nascosto nei locali della CTD, tra gli scatoloni, sotto a un lavandino. Da lì ha comunicato all’esterno mandando sms alla polizia. È così che ha preso corpo l’idea che i terroristi abbiano un ostaggio, ma i fratelli Kouachi erano ignari della presenza dell’uomo. Intanto alle 13, a Parigi, nella zona di Vincennes, un uomo armato di fucile d’assalto e kalashnikov ha fatto irruzione sparando in un supermercato kosher. Ha ucciso subito quattro persone e tutti quelli che stavano dentro li ha presi per ostaggi. L’uomo si chiamava Amedy Coulibaly, 32enne nato in Francia come i suoi amici Kouachi, e come loro vecchia conoscenza di tribunali, prigioni e servizi segreti. La mattina precedente Coulibaly, a Montrouge, aveva ucciso l’agente municipale Clarissa Jean-Philippe, 25 anni, che si era avvicinata all’auto del terrorista coinvolta in un tamponamento. Alle 15 Coulibaly ha telefonato ai giornalisti spiegando che con i fratelli Kouachi si erano divisi i compiti: «A loro Charlie Hebdo, a me i poliziotti». Forse con lui c’era la compagna e complice Hayat Boumeddiene, 26 anni. Le teste di cuoio del GIGN sono entrati in azione, alle 17, su ordine di Hollande. I fratelli Kouachi hanno tenuto fede al loro proposito: alla prima avvisaglia del raid hanno cercato il martirio uscendo allo scoperto e provando a uccidere, ma sono stati abbattuti quasi immediatamente. Appena 10 minuti dopo i reparti speciali della polizia sono entrati in azione a Vincennes. Hanno scardinato la porta e crivellato di colpi Coulibaly. Gli ostaggi sono fuggiti e nascosta in mezzo a loro forse c’era anche Hayat Boumeddiene. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Marò Il quotidiano indiano “The Economic Times” ha pubblicato la costruzione accusatoria contro i due marò Latorre e Girone: avrebbero sparato in maniera sconsiderata contro il peschereccio St. Anthony. Scrive: «La Nia (polizia speciale indiana) sostiene di avere le prove che i fucilieri utilizzarono una forza letale senza provocazione alcuna e che essi non avevano ragioni per ritenere che l’unità che si stava avvicinando a loro avesse pirati a bordo». Questa ricostruzione forma parte del rapporto accusatorio che l’agenzia ha già preparato ma non depositato, perché l’Italia ha contestato la giurisdizione indiana a processare i due militari. «I fucilieri - spiega la fonte - hanno commesso un omicidio indiscutibile. Hanno sparato contro un peschereccio senza alcuna provocazione e senza alcuna reale indicazione che si trattasse di una unità di pirati». Secondo la Nia i due marò non spararono alcun colpo in aria di avvertimento né fecero segnali luminosi ai pescatori che invece non hanno mai usato le armi. Per la Nia «20 colpi sono stati sparati con armi automatiche contro i pescatori che erano a solo 125 metri dalla petroliera ». Secondo la Nia «non sarebbe stato possibile confondere un peschereccio con una nave di pirati da una distanza così ravvicinata».

Castro Da qualche giorno è dato per morto Fidel Castro (è la quarta volta in un anno). Tutto è iniziato dopo Capodanno, quando un blogger dissidente cubano, Yusnaby Pérez, 230mila follower su Twitter, s’è messo a scrivere dall’Avana che c’era qualcosa di strano nell’aria: «Quest’anno la mia vicina di casa non ha esposto la bandiera per l’anniversario della rivoluzione». Poi, sul suo blog ha aggiunto che era passato un anno dall’ultima volta che Fidel Castro era apparso in pubblico, visitando all’inizio di gennaio 2013 la galleria d’arte di un suo vecchio amico. Che erano passati sei mesi da quando aveva ricevuto in visita di cortesia nella sua casa di Punto Cero il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Putin. Che l’ultima delle sue riflessioni era stata pubblicata dal “Granma” a ottobre. Che non aveva detto nulla sulla svolta nelle relazioni con l’America annunciata da suo fratello Raúl. E che non aveva incontrato «los cincos heroes», quei cubani arrestati come spie che avevano trascorso quasi un paio di decenni nelle carceri Usa. Infine un vecchio quotidiano dell’opposizione anticastrista in Florida, “Diario de las Americas”, ha scritto che c’era una conferenza stampa venerdì mattina all’Avana per i corrispondenti stranieri, quasi a insinuare che allora avrebbero annunciato la morte di Castro. Invece non c’è stata alcuna conferenza stampa, e Alejandro Castro Espinos, figlio Raúl e nipote di Fidel, raggiunto in Grecia, ha affermato di aver visto lo zio due giorni fa e che questi era «in buona salute».

Patente In Russia, nel tentativo di ridurre gli incidenti stradali (30mila morti l’anno), hanno introdotto nuove norme che vietano la patente ad alcune persone. Nel documento c’è scritto che non si potrà rilasciare la patente di guida a chi è cieco da entrambi gli occhi. Divieto anche per chi soffre di schizofrenia e delirio, alterazioni psichiche anche legate all’uso abituale di droghe o a forti dosi di farmaci particolari. Ma poi c’è anche chi somatizza l’ansia, chi è affetto da una patologia che lo spinge a strapparsi i capelli. Tra gli esclusi, anche quelli che l’Organizzazione mondiale della sanità classifica tra le «alterazioni dell’individuo e del comportamento in età matura». Cioè coloro che sono attratti patologicamente dal gioco d’azzardo, i cleptomani, i piromani, e anche quelli che hanno comportamenti sessuali particolari: travestiti, transessuali, bisessuali, pedofili, voyeuristi, necrofili, esibizionisti, sadomasochisti, coloro che sono dediti al sesso con animali e chi trae piacere dallo strofinarsi contro altre persone (in genere in autobus) (Dragosei, Cds).

(a cura di Daria Egidi)