Roberto Giardina, ItaliaOggi 10/1/2015, 10 gennaio 2015
UNA PROF MULTATA PER UN REGALO
Berlino
Al mio postino che qualche volta deve aver pensato male di me, perché spesso deve portarmi un pacco di giornali italiani, prima di Natale, ho regalato una bottiglia di vino siciliano. Una sola, e di rosso isolano perché sono patriottico, e costa meno. Un vino di marca sarebbe costato troppo.
Non sono avaro, ma non avrei dovuto esagerare. Altrimenti der Briefträger, in quanto dipendente pubblico, non avrebbe potuto accettare un dono superiore ai dieci euro. Questo l’ho già scritto, ma in questi giorni è stato reso noto un fatto che, secondo me, val la pena di raccontare.
Al termine dell’ultimo anno scolastico, gli studenti di un liceo berlinese hanno fatto una colletta e regalato alla loro insegnante una statuetta del valore di 200 euro. La sventurata, direbbe Manzoni, accettò. Ora è stata multata per quattromila euro, perché il padre di un alunno, probabilmente un suo collega, l’ha denunciata. E il magistrato si è dimostrato di buon cuore limitandosi a una multa, sia pure salata. Così il procedimento è stato chiuso, e non avrà conseguenze sulla carriera della Frau Professor.
Troppo severi? Ma per i tedeschi Gesetz ist Gesetz, la legge è legge, non ci si perde dietro capziosi ragionamenti e cavilli all’italiana. Un nostro avvocato avrebbe subito argomentato che il valore del dono andava diviso tra i donanti, sicuramente più di venti, e dunque «a testa» si restava sotto il massimo consentito. Oppure, che i ragazzi non hanno gusto, si sono fatti imbrogliare dal negoziante, e la statuetta è un manufatto di nessun valore estetico, quindi anche di poco prezzo. O, come ultima linea difensiva, si poteva sostenere che i ragazzi erano da diversi anni allievi della stessa professoressa e che il dono cumulativo andava diviso per annata. E che la statuetta comunque non poteva essere interpretata come un tentativo di corruzione, perché si era alla conclusione di un ciclo di studi. A tutto questo, a Berlino non ci hanno neanche pensato. La Prussia non è l’Arcadia, come qualcuno da queste parti si ostina ancora a definire l’Italia.
«Non ci sono aber, cioè «ma»», ha dichiarato Rüdiger Reiff, procuratore capo e direttore della speciale sezione anticorruzione, «un dono da 200 euro non poteva essere accettato». Per la verità, un Beamte, un funzionario, può, in casi particolari, derogare, ma deve chiedere l’autorizzazione al suo superiore, spiegando anche il motivo, che potrebbe essere «lo scrupolo di non offendere chi offre il regalo». Altrimenti c’è sempre il sospetto di un tentativo di corruzione. Una norma che vale anche per un normale invito al caffè tra genitori e docenti per parlare del rendimento dei rampolli: una tazza di caffè va bene, caffè e torta, dipende dal conto finale.
Tuttavia, il caso ha suscitato scalpore anche in Germania. Un giovane di Monaco ha lanciato una colletta in internet a favore della professoressa sventata, e, in breve tempo, sono stati raccolti ben più dei quattromila euro di multa. Evidentemente, la signora non può accettare neanche questa somma, ma si pensa di devolvere il denaro a favore di qualche iniziativa pedagogica. E la professoressa potrà almeno decidere a chi potrà andare la colletta. Come ci si deve comportare a scuola? Meglio evitare regali, consiglia Rüdiger Reiff, i ragazzi, se proprio vogliono, potrebbero donare un oggetto creato da loro, un libro con i loro disegni e con le loro foto, dall’alto valore simbolico e senza valore venale. Sempre che tra gli studenti non ci sia un futuro Picasso.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 10/1/2015