Alessandro Dell’Orto, Libero 10/1/2015, 10 gennaio 2015
«HO TOLTO LE SIGARETTE ALL’ITALIA MA CON MIA FIGLIA NON CE L’HO FATTA»
Girolamo Sirchia, sono dieci anni. Come oggi, - il 10 gennaio 2005 - entrava in vigore la sua legge che vieta il fumo nei locali pubblici. E che ha cambiato le abitudini degli italiani. Festeggia? «Sì, perché i risultati sono buoni. Lo dicono i numeri». Vero. Diminuzione del 18% della prevalenza dei fumatori (dal 23,8% del 2003 al 19,5% del 2014 secondo i dati ISTAT), riduzione dei ricoverati per infarto del 5% ogni anno, diminuzione del 25% delle vendite dei prodotti del tabacco. «Non è poco. Ma non basta, è solo un primo passo. Ora bisogna continuare a divulgare i risultati delle ricerche, si deve spiegare che il fumo è dannoso sia per la salute che per l’ambiente». Ambiente? «Le faccio un esempio. In Italia, per strada, ogni anno vengono gettati 50 miliardi di mozziconi. Che poi finiscono in mare, inquinando più della plastica, e diventando veleno per i pesci. Che poi avvelenano noi a tavola». La sua legge è stato un passaggio storico per la tutela della salute e molti paesi europei ci hanno imitato. La gente ora che le dice? «Mi ringrazia. Sono soprattutto due categorie di lavoratori ad essere felici: i ferrovieri e i baristi. Per loro è stata una liberazione». Qualche irriducibile ancora incazzato con lei c’è? «No. Anche i più incalliti hanno capito». Sirchia, una curiosità. Lei ha mai fumato? «Per dieci anni. Poi mi sono reso conto del male che mi facevo e ho smesso. Ormai sono 40 anni che non tocco una sigaretta». Complimenti, l’impresa non è facile. Riesce a far smettere anche gli altri? «Ci provo. Spiegando quali sono i danni provocati dal fumo. E ottengo buoni risultati. Quasi sempre...». Scusi, perché quella smorfia? «Beh, Silvia, una delle mie figlie, ogni tanto se ne accende ancora una. È l’unica in famiglia che non ha smesso». Non ha provato con la sigaretta elettronica? Ora va tanto di moda e permette di aggirare anche la legge Sirchia... «No. Io comunque non sono particolarmente favorevole a questa soluzione: in qualche caso può essere utile, ma per smettere ci vuole comunque una forte determinazione. E ricordiamoci che nella sigaretta elettronica c’è della nicotina. Quindi lo stimolo continua nel tempo». A proposito di tempo, facciamo un salto indietro. Primi Anni 2000, Governo Berlusconi, Girolamo Sirchia è il Ministro della Salute. E... «...vengo dal mondo della salute pubblica e sono conscio che la prevenzione è il modo più diretto per risparmiare soldi. Decido di affrontare il problema del fumo, ma so che dovrò essere più furbo di chi mi ha preceduto, perché in passato il testo di legge è impietosamente affondato in Parlamento: non pochi deputati e senatori erano contrari alle limitazioni sul fumo». Già. E che fa? «Il segreto, che poi farà la differenza, è basarsi sul diritto costituzionale di tutti i cittadini ad avere uguali diritti e uguali doveri. Tradotto, decidiamo di portare in Parlamento il concetto che se è valido il diritto dei fumatori a continuare a fumare, è altrettanto valido il diritto dei non fumatori a non essere intossicati dal fumo di tabacco nei locali pubblici o luoghi di lavoro». Ed è la svolta. Ma con non pochi nemici. «Al Consiglio dei Ministri c’è chi, come Martino e Fini, per sfida e provocazione si presenta in aula fumando. E Giovanardi li fa richiamare da Berlusconi». Altre azioni contrarie? «Si scatena immediatamente una campagna promossa principalmente dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Che è affiliata alla Confcommercio, appena diventata azionista di minoranza della “British American Tobacco Italia” che ha acquistato dal Ministero delle Finanze e del Tesoro gli ex Monopoli di Stato... Poi le campagne di stampa». Qualche giornalista particolarmente polemico? «Facci e Ferrara». Hanno cambiato idea con il tempo? «Non lo so, mai più incontrati». Il 10 gennaio 2005 la legge Sirchia che vieta il fumo nei locali pubblici entra in vigore. In quei mesi ha mai ricevuto minacce? «Una busta anonima con dentro un proiettile. Più una bravata che un allarme vero, credo». Sirchia, all’inizio diceva che la lotta contro il fumo è solo iniziata, non bisogna fermarsi. Se lei oggi fosse ancora ministro della Salute cosa farebbe? «Mi rivolgerei soprattutto ai giovani, ricordando loro che adeguarsi a certi comportamenti di gruppo è un segno di debolezza. Dobbiamo evitare che gli adolescenti incomincino a fumare: ci sono bambini che mettono la prima sigaretta in bocca a soli 10 anni». Che si può fare? «Bloccare la propaganda. E cancellare gli esempi sbagliati». Andiamo sul concreto. Che legge proporrebbe? «Il divieto assoluto di mettere scene di fumo nei film».