Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 10 Sabato calendario

• Mercoledì 7 gennaio due uomini incappucciati e vestiti di nero sono entrati nella sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo a Parigi intorno alle 11:30 per compiere una strage: hanno sparato con i loro kalashnikov uccidendo 12 persone e ferendone diverse altre, quattro delle quali restano in gravi condizioni

• Mercoledì 7 gennaio due uomini incappucciati e vestiti di nero sono entrati nella sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo a Parigi intorno alle 11:30 per compiere una strage: hanno sparato con i loro kalashnikov uccidendo 12 persone e ferendone diverse altre, quattro delle quali restano in gravi condizioni. • L’assalto è durato circa cinque minuti: secondo i testimoni gli assalitori apparivano molto calmi, addestrati e preparati per eseguire un’operazione mirata contro la redazione del giornale. • Nell’attacco sono morti il direttore di Charlie Hebdo, Stéphan Charbonnier (che si firmava Charb), il famoso disegnatore francese Georges Wolinski, i disegnatori che si firmavano Cabu, Tignous, Honoré e quattro altre persone che a vario titolo collaboravano con il giornale. I due uomini incappucciati hanno anche ucciso un inserviente e due agenti di polizia. • La sede di Charlie Hebdo si trova in rue Nicolas Appert, nell’undicesimo arrondissement di Parigi, poco a nord di Place des Voges e di Bastille. Il giornale esiste dagli anni Settanta e negli anni ha subìto diverse minacce per la sua satira sull’Islam. Nel 2011 la sede precedente del settimanale era stata incendiata e distrutta con una molotov dopo che la redazione aveva annunciato la nomina simbolica di Maometto come direttore di una sua edizione. • Dopo l’attacco i due uomini sono risaliti sull’auto con cui erano arrivati e sono fuggiti, non è ancora chiaro se con l’aiuto di un complice. Per strada hanno urlato “Allah è grande” e “abbiamo vendicato il profeta Maometto”. L’auto è stata abbandonata dopo uno spostamento nel diciannovesimo arrondissement, dove gli assalitori hanno sequestrato un’automobile per proseguire la fuga. • Secondo fonti anonime dei media francesi, uno degli assalitori avrebbe perso il proprio documento di identità in auto, rendendo più rapida la sua identificazione. • Nella notte tra mercoledì e giovedì la polizia ha condotto perquisizioni in diverse città francesi e fermato diverse persone per accertamenti. In seguito il ministero dell’Interno ha diffuso un comunicato pubblicando i nomi dei due sospetti per l’attacco. Sono Said e Chérif Kouachi, due fratelli sulla trentina, indicati come “pericolosi e armati”. Sono state diffuse anche due foto segnaletiche. • Chérif Kouachi nel 2008 era stato condannato a 18 mesi di prigione con l’accusa di terrorismo e di avere aiutato alcune persone a raggiungere l’Iraq per lavorare tra le milizie degli insorti. • Sempre stando a notizie dei media francesi, non confermate dalle autorità, una terza persona si sarebbe costituita autonomamente dopo avere visto il suo nome circolare su televisioni e siti di informazione. Si tratterebbe di un ragazzo di 18 anni indicato dai media come complice, ma diversi suoi amici hanno segnalato che si trovava normalmente a scuola all’ora dell’attacco contro Charlie Hebdo. • Il presidente francese François Hollande ha parlato di “attacco terroristico” e ha definito la strage “una barbarie”. Ha poi invitato tutta la Francia a rimanere unita e si è impegnato a trovare gli autori dell’assalto per “consegnarli alla giustizia”. • Decine di migliaia di persone hanno manifestato in alcune delle principali città francesi, mostrando cartelli con la scritta “Je suis Charlie” (“Io sono Charlie”). La stessa frase è stata usata sui social network, dove milioni di persone hanno pubblicato messaggi di solidarietà nei confronti delle famiglie delle persone uccise e più in generale della Francia. Altre manifestazioni sono state organizzate in molte città europee e statunitensi. • Il presidente statunitense Barack Obama ha commentato le notizie da Parigi ricordando che “il fatto che si sia trattato di un attacco contro giornalisti, contro la nostra stampa libera, dimostra quanto i terroristi temano la libertà di espressione e della stessa stampa”. Molti leader politici e capi di stato del mondo hanno condannato l’assalto contro Charlie Hebdo, e il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha parlato di un “assalto diretto contro la democrazia, i media e la libertà di espressione”. ******* Verso le 17 di oggi, venerdì 9 gennaio, la polizia francese ha compiuto due operazioni – quasi in contemporanea – per fermare tre uomini armati che si erano barricati dentro a due edifici: uno a Parigi (un negozio) e uno in un comune a qualche decina di chilometri dalla capitale (un capannone industriale). La polizia e il governo francese hanno deciso di non diffondere alcuna notizia fino alla conclusione delle operazioni, il presidente Francois Hollande ha parlato prima delle 20: secondo le testate francesi, che citano fonti nella polizia e nel governo, le operazioni si sono concluse con la morte degli uomini armati. Due di questi erano i fratelli Kouachi, presunti responsabili della strage alla redazione di Charlie Hebdo. Quattro persone, tenute in ostaggio nel negozio a Parigi, sono morte e altre quattro risultano essere ferite. La prima operazione è stata quella di Dammartin-en-Goële, nel dipartimento di Senna e Marna: lì dalla mattina si erano barricati all’interno di un capannone industriale i due fratelli sospettati di avere compiuto la strage di mercoledì 7 gennaio contro la sede di Charlie Hebdo. Poco dopo la polizia ha assaltato un supermercato kosher a Porte de Vincennes, nell’est di Parigi, dove si era barricato un terzo uomo con diversi ostaggi. Le notizie sono ancora molto confuse: secondo la stampa francese, comunque, c’è un legame tra i due episodi. Abbiamo messo insieme alcune cose, in sintesi, per fare chiarezza su quello che si sa per certo e quello che è verosimile ma non è ancora stato interamente confermato. In serata AP ha scritto che un membro del gruppo al Qaida in Yemen ha rivendicato l’attentato a Charlie Hebdo, “per vendicare l’onore” del profeta Maometto. La giornata dei due fratelli Kouachi I due sospettati dell’attentato contro Charlie Hebdo – Cherif e Said Kouachi, di circa 30 anni e di origini franco-algerine – sono rimasti uccisi nell’operazione della polizia a Dammartin-en-Goële: secondo diversi media francesi sono usciti dal capannone sparando e sono stati uccisi dalla polizia che poco prima aveva sparato a sua volta. All’interno del capannone c’era anche un ragazzo francese di 27 anni che era riuscito a nascondersi al primo piano dell’edificio e ad avvisare la polizia della presenza dei due uomini armati. Come i due fratelli siano arrivati a Dammartin-en-Goële non è del tutto chiaro. Stando alle ricostruzioni della stampa francese e internazionale – che per tutto il giorno ha citato fonti della polizia – i fratelli Kouachi sono stati fermati questa mattina in un posto di blocco della polizia sull’autostrada N2, in direzione Parigi. C’è stata una sparatoria senza alcun ferito. I due sarebbero poi fuggiti verso Dammartin-en-Goële, inseguiti dalla polizia, e si sono barricati all’interno di un capannone di un’azienda locale, la Création Tendance Decouverte. Per tutto il giorno si è parlato di “un ostaggio” ma pare che i due non sapessero della presenza del ragazzo 27enne nascosto. Pochi minuti prima delle 17 diversi giornalisti sul posto hanno cominciato a riferire di spari ed esplosioni provenire dal capannone (non ci sono notizie sicure a riguardo, visto che ai giornalisti è stato impedito di avvicinarsi). Alle 17:16 Agence France Presse ha twittato che i due sospettati erano stati uccisi; le altre testate francesi hanno scritto lo stesso poco dopo. La polizia non ha confermato l’identità dei due uomini, per cui non c’è alcuna conferma ufficiale che si tratti dei fratelli Kouachi: tutti, comunque, lo danno per certo. Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes FRANCE-ATTACKS-CHARLIE-HEBDO-SHOOTING-SECURITY Vincennes Manhunt For Charlie Hebdo Attackers Continues In Northern France Vincennes Emergency Services Attend Further Hostage Situation In Kosher Deli Manhunt For Charlie Hebdo Attackers Culminates In Northern France Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Vincennes Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Dammartin-en-Goële Il terzo attentatore, Amedy Coilibaly Poco prima delle 13.30 un uomo armato è entrato in un supermercato kosher a Porte de Vincennes, nell’est di Parigi. Ha preso una decina di ostaggi – il numero preciso non si sa ancora – ed è rimasto barricato per circa quattro ore. Alcuni media francesi hanno detto che l’uomo ha minacciato di uccidere tutti gli ostaggi nel supermercato se la polizia avesse attaccato i due fratelli Kouachi a Dammartin-en-Goële. Alle 17:15, circa quindici minuti dopo gli spari e le esplosioni a Dammartin-en-Goële, la polizia ha assaltato il supermercato: l’uomo è rimasto ucciso. Molti ostaggi sono stati liberati, tra cui un bambino; quattro sono morti. Tutti i media hanno scritto che l’uomo si chiamava Amedy Coulibaly: notizia, di nuovo, non confermata dalla polizia. Coulibaly, 33 anni, proveniva da Juvisy-sur-Orge, nella regione di Ile-de-France. Era ricercato dalla polizia francese da giovedì mattina per essere rimasto coinvolto in una sparatoria a Montrouge, a sud di Parigi, in cui era rimasta uccisa una poliziotta. Nel comunicato diffuso dalla prefettura di Parigi, Coulibaly veniva segnalato come ricercato insieme a una donna, Hayat Boumeddiene, di cui invece non si sa ancora nulla. Alcuni hanno ipotizzato che fosse dentro il negozio con Coulibaly, ma Le Monde dice che non è così; secondo altri è addirittura scappata fingendosi un ostaggio. Non ci sono conferme ufficiali. Alcune conversazioni telefoniche hanno rivelato che tempo fa Coulibaly e Cherif Kouachi visitarono a Murat (nel sud della Francia) la casa di Djamel Beghal, un estremista poi condannato per terrorismo. Hayat Boumeddiene, 26 anni, è la compagna di Coulibaly dal 2010. Boumeddiene è ancora ricercata per la sparatoria di ieri a Montrouge.