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 2015  gennaio 10 Sabato calendario

“RODOTÀ È UOMO DI POPOLO, PER ME SAREBBE PERFETTO”

[Intervista a Renzo Ulivieri più intervista a Gianrico Carofiglio] –
Un uomo vestito di grigio, un pochino curvo e con le lenti spesse. Ripiegato sui libri a studiare e che si veda poco in tv”. Parte dal fisico che non deve avere il prossimo inquilino del Colle di Renzo Ulivieri “mister” e presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio.
Un profilo poco muscolare…
Per niente direi. Lo immagino di aspetto dimesso, che parli piano e che non dica parolacce. Ecco , il mio tipo di presidente sarebbe questo. Deve pure non essere bello.
Scusi mister per la verità non è che ci siano stati degli adoni in precedenza e poi gli abiti grigi sono d’ordinanza nelle istituzioni…
Non voglio che abbia tutta questa bellezza dell’immagine e dell’apparire di oggi. Voglio la sostanza perché a uno così non gli rimarrebbe attaccata neppure una monetina. Voglio che abbia un amore spasmodico per la “cosa pubblica”, che sia garante ma non neutrale. A me garbano i partigiani, quelli che sai da che parte stanno, soprattutto in politica dove le scelte bisogna sapere da che parte nascono e arrivano. Il vestito deve rimanere grigio perché deve essere un uomo o una donna che non si cambia la giacchetta a seconda del colore che più conviene. E poi non sopporto quelli che stanno in maniche di camicia bianca.
Dei nomi usciti dalle primarie lanciate del Fatto Quotidiano chi sceglie?
Stefano Rodotà. Perché quando parla risulta essere uno del popolo, uno che sa stare in mezzo alla gente.
Quattro volte deputato della sinistra che però non lo ha voluto…
Scusi se la correggo, ma il Pd non lo ha voluto e il Pd ormai ha ben poco di sinistra. Vede, io sarò pure uno che secondo Renzi sarebbe da rottamare, ma oggi sono più comunista di sempre. Non mi piace leggere articoli come quello firmato dal premier dove ci spiega il concetto di sinistra moderna. Suvvia, lui è giovane io magari poco elastico, ma certi concetti non passano mai di moda: l’uguaglianza non la si rottama.
I giovani che lei allena e che è abituato a frequentare che rapporto hanno con le istituzioni?
Nessuno. Alla fine siamo riusciti a far crescere in loro l’indifferenza. È quello che volevamo no? Così si comanda con più facilità. La dittatura morbida in fondo è questo. Tuttavia oggi molti ragazzi lavorano, studiano e vengono pure a giocare. Hanno valori forti che non sono neppure troppo nascosti se non forse sotto un leggero strato di polvere. Grigia. Proprio come l’abito del mio prossimo inquilino del Quirinale.

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“CARLASSARE, RIGORE E CARATTERE AL QUIRINALE” – [Intervista a Gianrico Carofiglio]-
Due candidati e una preferenza per il magistrato e scrittore Gianrico Carofiglio: Romano Prodi e Lorenza Carlassare.
La preferenza?
Lorenza Carlassare ma dubito fortemente che possa farcela.
Perché?
Perché ha le caratteristiche ideali per il ruolo, e dunque, secondo le regole di questo paese, destinata a non farcela. È una studiosa di alto livello che sa come funziona la macchina costituzionale , non solo nella prassi quotidiana ma nelle categorie teoriche; è una donna di grande personalità che sa prendere decisioni nette come ad esempio nel 2013 quando diede le dimissioni dalla commissione dei Saggi sulle riforme costituzionali. È munita di senso dell’umorismo - uno degli indicatori decisivi dell’intelligenza e della tolleranza - ed è, appunto, donna. Mi emoziona l’idea che una donna, competente, rigorosa e anche simpatica possa diventare il simbolo dell’unità nazionale.
La sua seconda candidatura? Romano Prodi porta ancora i segni dei famosi 101…
Quella vicenda rimane una vergogna che non si risarcisce certo con l’eventuale nuova candidatura. In ogni caso Prodi sarebbe una scelta lineare. L’uomo è di alto livello e di uguale prestigio anche internazionale e la sua scelta, secondo me, sarebbe anche un positivo segnale di accettazione da parte di Renzi di un concetto basilare: il presidente della Repubblica svolge un ruolo e il Governo ne svolge un altro. In reciproca autonomia.
Più in generale quali caratteristiche dovrebbe avere il successore di Giorgio Napolitano?
Diamo per scontato che ci vogliano competenza, prestigio, autorevolezza e irreprensibilità. Diamo per scontato che l’esclusione a priori dei politici appartiene a una retorica qualunquista che trovo insopportabile. Ciò detto penso che l’elezione di una donna sarebbe un bel segnale.
Migliaia di persone stanno aderendo a questa iniziativa sulle candidature, segno di una voglia di esprimersi; eppure i partiti sono lontani anni luce dall’idea della consultazione.
Questo è il tema fondamentale della politica, oggi in Italia. Servirebbe una pagina intera per parlarne.
Nessuna delle tre forze politiche maggiori è compatta verso il suo leader. Questa situazione a cosa può portare nell’elezione presidenziale?
Rivendico il sano diritto di dire: non lo so. Non so quale potrà essere lo scenario, di sicuro sarà molto complicato ma anche interessante. Sconsiglio le previsioni.

Elisabetta Reguitti, il Fatto Quotidiano 10/1/2015