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 2015  gennaio 10 Sabato calendario

LILIAN, IL TIPOGRAFO NASCOSTO PER 8 ORE SOTTO IL LAVANDINO

PARIGI Lilian è rimasto per otto ore immobile, accovacciato sotto il lavandino della mensa al secondo piano del capannone di Création Tendance Decouverte. Tutta la Francia ha gli occhi puntati su questa tipografia appena fuori il comune di Dammartin-en-Goele, dove, dalle 8 e mezzo del mattino, sono asserragliati i fratelli Kouachi, i killer della strage di Charlie Hebdo.
Nessuno sa che Lilian, 27 anni, grafico, è arrivato presto. Nessuno tranne il suo capo, Michel Catalano. Per tutti, per la stampa, per i social network, per la polizia e per gli inquirenti l’unico ostaggio dei terroristi è lui, il proprietario. I Kouachi sono arrivati di corsa al capannone della CTD, inseguiti da una pattuglia di gendarmi. C’è stato uno scontro a fuoco per la strada di campagna che porta fuori Dammartin. Said è ferito, di striscio, alla gola. I due uomini vedono Catalano che sta aprendo il cancello per entrare nella sua tipografia, lo obbligano ad aprire il portone, entrano con lui. Catalano fa appena in tempo a dire alla suo contabile, che sta arrivando in quel momento, di andare via: «Vattene subito, c’è qualcosa che non va». Sa che non arriverà più nessuno, la sua tipografia, specializzata in stampa su qualsiasi supporto, vetrine, insegne, automobili, funziona bene, ma non conta molti dipendenti: lui, il grafico, la contabile, e poi sua moglie e suo figlio, che ha lasciato a casa.
E’ cominciato così l’assedio di Dammartin. Catalano è rimasto per quasi due ore con i terroristi. Ha anche trovato un cerotto per Said. La polizia cerca invano di stabilire un contatto con i fratelli, che rifiutano qualsiasi negoziato. Alle dieci e venti, a sorpresa, i Kouachi dicono a Catalano che può andare, che è libero, che può uscire.
LA SPARATORIA
Appena fuori, Catalano spiega alla polizia che gli ostaggi non sono finiti, che al secondo piano, probabilmente in sala mensa, chissà in quale stato di terrore, si trova Lilian. Cominciano a circolare notizie confuse: per la rete e le agenzie, Il proprietario della stamperia si troverebbe ancora dentro, ma all’insaputa dei due terroristi: sarebbe nascosto dentro a un cartone, in un magazzino, attaccato al cellulare per fornire informazioni preziose agli agenti.
In realtà Lilian è rimasto immobile per ore, «terrorizzato dalla paura» dirà poi in tarda serata il procuratore di Parigi Molins, in una lunga conferenza stampa per riassumere gli eventi di questi tre giorni di terrore. Alle cinque di ieri pomeriggio i fratelli Kouachi socchiudono il portone, e cominciano a sparare: raffiche di kalashnikov contro gli agenti che li circondano. Le teste di cuoio rispondono con un tiro di lacrimogeni, mentre a Parigi parte l’ordine di lanciare l’assalto anche al supermercato kacher dove è asserragliato, con oltre dieci ostaggi, l’altro membro del commando, Amedi Coulibaly.
A Dammarin passano alcuni minuti d’inferno. Stesi a terra dai lacrimogeni, i fratelli Kouachi continuano a sparare. «Sparavano per uccidere, contro gli agenti - ha spiegato il procuratore - siamo stati costretti a neutralizzarli. Sono stati uccisi».
COPERTO DAL CARTONE
Tutto finisce nel giro di cinque minuti, quando gli elicotteri possono finalmente posarsi sul tetto del capannone. Ma l’ingresso al capannone non è ancora sicuro. La polizia teme che i due terroristi possano aver piazzato degli esplosivi. Sanno che Lilian è sempre lì, nascosto da qualche parte al secondo piano. Per nascondersi meglio, ha ammucchiato qualche cartone vicino al lavandino. Lì sotto ha sentito gli spari e le esplosioni. Non sa come è finita. Gli agenti andranno a prenderlo dopo una decina di minuti, sano e salvo.