Lanfranco Vaccari, SportWeek 10/1/2015, 10 gennaio 2015
SE UN CAMPIONE NATO SCEGLIE DI SPEGNERE TUTTO
Danny Watkins è cresciuto a West Kelowna, British Colombia, sulla riva del lago Okanagan, quattro ore di macchina a est di Vancouver, un posto in mezzo al nulla dove l’hockey è il solo sport che asseconda i sogni dei ragazzini. Non i suoi: a 16 anni ha bussato alla porta rosso granata della Fire Station 31 e ha chiesto di poter lavorare lì. Wayne Schnitzler, il comandante dei vigili del fuoco, ha dato un’occhiata a quel giovanotto alto più di 1 e 90, sui 100 chili, e ha chiamato casa per sincerarsi che avesse il permesso dei genitori. Vicky, la madre, ha risposto che Danny poteva presentarsi in caserma, ma solo dopo aver finito i compiti. Così, verso la fine del 2000, è diventato il primo pompiere junior nella storia di West Kelowna. Ha passato i primi mesi giocando a carte con i ragazzi, cucinandogli i pranzi, lucidando le autopompe come fossero dei giocattoli. Poi i ragazzi hanno cominciato a portarlo con loro. Dapprima solo per guardare che cosa succede e come si fa. Dopo un po’, ha sollevato da solo un uomo di 115 chili. Un’altra volta si è offerto volontario per staccare il paraurti di un veicolo incidentato, in modo che i suoi colleghi potessero arrivare alla batteria. Alla fine del liceo è entrato nel corpo part-time. Si è trasferito in caserma e ci ha vissuto per un anno. Quando s’è reso conto che non l’avrebbero mai assunto a tempo pieno senza una laurea, ha cercato l’università con il miglior corso in scienze pompieristiche. È finito al Butte College, Oroville, California.
Se c’è una cosa particolare al Butte è che, appena vedono un giocatore di football, lo riconoscono. Da lì sono passati Larry Allen, uno straordinario linebacker offensivo ammesso alla Hall of Fame, e Aaron Rodgers, il quarterback dei Green Bay Packers che è sulla strada per entrarci. A 22 anni, Danny ha cominciato a giocare a football. Era così naturalmente dotato che il suo allenatore, Jeff Jordan, ha inondato di video i college di Division I. Nel 2009 l’hanno preso a Baylor. Nel 2011, a 26 anni, è entrato nel draft Nfl. Lo hanno scelto i Philadelphia Eagles, al primo giro. Per celebrare, lui e i cinque amici della Fire Station 31 che aveva invitato a New York sono andati in visita a una caserma dei pompieri decimata l’11 settembre 2001.
La prima cosa che ha fatto dopo aver firmato il contratto è stata comprare un’autopompa del 1971. C’è un video su YouTube in cui va in giro, a sirene spiegate, con uno dei pochi con cui ha legato, il centro Jason Kelce. E c’è uno spezzone di telegiornale in cui si vede Watkins durante un intervento dei pompieri di Philadelphia, in divisa da vigile del fuoco. Agli allenamenti e in campo era distratto, assente. Howard Mudd, il leggendario coach della linea offensiva, dice di non aver mai avuto per le mani, in 45 anni di football, un atleta così dotato. Ma non è riuscito a farci niente: «È stato il mio più grande fallimento», ha ammesso.
Dopo due anni a Philadelphia, Danny Watkins è stato mandato ai Miami Dolphins. C’è rimasto una stagione. «Mi sono guardato intorno», ha detto, «e mi sono reso conto che non era il posto in cui volevo essere. C’è troppo, nella Nfl, che non fa parte di quello che sono e di quello che voglio fare». Così ha piantato tutto, i quattrini e la gloria, e si è trasferito dalle parti di Dallas, Texas.
Fa quello che è nato per fare: il vigile del fuoco.