Jean Pierre Durante*, MilanoFinanza 10/1/2015, 10 gennaio 2015
SE TSIPRAS NON STRAVINCE LA BUFERA PASSA
La vittoria di Syriza il 25 gennaio significherebbe che per la prima volta nella crisi dell’Eurozona un governo di un Paese in difficoltà non sarebbe collaborativo con la Troika. Un test molto importante per il futuro di Eurolandia. Ma non va dimenticato che l’aumento dei consensi a Syriza è avvenuto dopo un’attenuazione dei toni da parte del leader Aléxis Tsipras, che non chiede più l’uscita della Grecia dall’euro, cosa molto complicata, e neppure un default sui titoli di Stato. La reazione dei mercati dipenderà in larga misura dalla composizione del futuro governo. Se Syriza ottiene la maggioranza assoluta, l’ala radicale di quel partito avrà più spazio e quindi le richieste della Grecia possono essere più aggressive. Un simile scenario renderebbe di sicuro volatili i mercati dopo le elezioni. Ma se Syriza non avrà la maggioranza assoluta, dovrà formare una coalizione con un partito di centrosinistra, Pasok o il nuovo partito Potami, più moderati. Ciò favorirebbe una soluzione negoziata che rassicurerebbe di più i mercati. Negli ultimi sondaggi Syriza mantiene tre punti di vantaggio su Nuova Democrazia dell’attuale premier Antonis Samaras. Margine troppo ristretto per essere determinante. Già nel 2012 i sondaggi davano vincente Syriza, ma fu Nuova Democrazia a vincere con tre punti! Il fatto è che i recenti sondaggi mostrano un crollo del consenso ai piccoli partiti. Ciò aumenta le possibilità di vittoria assoluta di Syriza, dato che il vincitore avrà un bonus di 50 seggi. Quindi è difficile prevedere esattamente il colore del nuovo governo. È questo che oggi rende volatili i mercati. Ma alcune richieste di Tsipras potrebbero essere accolte dalla Troika. Tra queste un alleggerimento del servizio del debito, anche se i margini di manovra sono ridotti dato che le cedole sono già state molto ridotte e le scadenze allungate. Inoltre la proposta di escludere gli investimenti pubblici dai parametri di Maastricht potrebbe essere accolta. Altro punto del programma di Syriza, che potrebbe persino essere sostenuto dalla Troika, è la volontà di infrangere i monopoli, su cui non è stato fatto alcun progresso in tal senso dal governo Samaras. Ma le richieste di Tsipras rischiano di scontrarsi con un netto rifiuto delle autorità europee. Molte proposte implicano aumenti di spesa per lo Stato (elettricità gratis per alcune famiglie) o perdite di competitività (aumento dei salari minimi), quindi sarebbero un passo indietro nel momento in cui gli sforzi sostenuti dalla popolazione cominciano a dare frutti. Comunque l’uscita della Grecia è un’ipotesi estrema. Il costo per il Paese e l’Europa sarebbe altissimo. Nessuna delle parti ha interesse a spingere in tal senso. L’esito più probabile è un governo più rivendicativo con la Troika, che cercherà in ogni modo di far valere i progressi ottenuti e i sacrifici già fatti per avere termini più favorevoli su prestiti e riforme. (riproduzione riservata)
Jean Pierre Durante*, MilanoFinanza 10/1/2015
*Asset allocation e macro research, Pictet