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 2013  aprile 30 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità, dello Sport e delle Politiche giovanili è Josefa Idem (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

I grillini hanno accusato Enrico Letta di aver messo nel suo discorso al Parlamento - quello per chiedere la fiducia, che la Camera ha accordato ieri e che il Senato darà oggi - praticamente tutto lo scibile umano («mancava solo la pace nel mondo»). È senz’altro così, e forse non poteva essere altrimenti. Pure, nella massa dei problemi affrontati, alcune questioni spiccano.

Quali?
Intanto il fatto che l’Imu sarà di fatto abolita da giugno. Trattandosi della richiesta numero uno di Berlusconi, la cosa ha reso irrequieti i democratici. Secondo: si formerà una commissione («Convenzione») per le riforme. Terzo: la vocazione europea del nuovo esecutivo è fuori discussione, con l’Europa Letta ha aperto e chiuso il suo discorso, però il presidente del Consiglio intende andare subito a Bruxelles, Berlino e Parigi per aprire la trattativa su patto di stabilità e sviluppo. Quarto, la legge elettorale sarà cambiata, le province tagliate e le altre riforme di cui si parla da tempo realizzate, altrimenti, «tra diciotto mesi», il governo ne trarrà le conseguenze. Questi «diciotto mesi» sono un altro dei punti forti del discorso: Letta non intende tornare a casa in occasione delle prossime europee, vuole durare. C’è poi un sesto punto, che per noi è doveroso citare e di cui i presidenti del consiglio d’un tempo non si facevano in genere carico, e riguarda lo sport, messo tra i patrimoni nazionali da valorizzare: «La pratica dello sport significa prevenzione dalle malattie, lotta contro l’obesità, formazione a stili di vita sani, lealtà e rispetto delle regole. Dobbiamo impegnarci per diffondere la pratica sportiva sin dalle scuole elementari con un piano di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale».  

• Bene. Chiariamo innanzi tutto questa storia dell’Imu.
Letta vuole abbassare le tasse, ma senza far nuovi debiti. Prima di tutto vuole abbassare  le tasse sul lavoro, in particolare le tasse sul lavoro stabile e specialmente quelle che renderebbero più facile l’assunzione dei giovani. Quindi politiche della casa e incentivi alle ristrutturazioni ecologiche, con affitti e mutui agevolati per le giovani coppie. «E poi bisogna superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa: intanto con lo stop ai pagamenti di giugno per dare il tempo a Governo e Parlamento di elaborare insieme e applicare rapidamente una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti». Non è azzardato immaginare che, stoppando il pagamento di giugno, verrà poi l’abolizione integrale. Alfano era al settimo cielo («concordo col discorso del presidente dalla prima all’ultima riga»), la Bindi molto perplessa.  

La Convenzione per le riforme.
Sì, aperta all’opposizione (e probabilmente presieduta da un membro dell’opposizione), e anche alla partecipazione di «autorevoli esperti». Ci vorrà un passaggio parlamentare per istituirla, anche perché sarà il Parlamento a dare alla Convenzione «gli indirizzi politici».  

Che tipo di riforme immagina come più urgenti?
Letta ha ragionato nel solco dei documenti prodotti dai dieci saggi di Napolitano. Bisogna intanto abolire una camera, trasformando il Senato in Senato delle Regioni e delle Autonomie. A dare la fiducia sarà solo la Camera dei deputati. E in questo modo la legge elettorale potrà assicurare una maggioranza politica, dato che - come una volta abbiamo spiegato anche noi - «nessuna legge elettorale è in grado di garantire il formarsi di una maggioranza identica in due diversi rami del Parlamento». La nuova legge elettorale dovrà far sì che siano i cittadini e non i partiti a scegliere i loro rappresentanti. Non è detto che si debbano, per questo, reintrodurre le preferenze. Bersani - che ha fortemente elogiato il discorso e le scelte del premier - voleva tornare al maggioritario a doppio turno e ho l’impressione che Letta pensi a qualcosa del genere. Insomma, a questo punto, si potrebbe effettivamente far rivivere il Mattarelum, abrogato in tutta fretta alla fine del 2005 per volontà di Casini che voleva bloccare la prossima vittoria di Prodi.  

• L’Europa?
A parte l’annuncio del viaggio e la volontà più volte dichiarata di allentare la politica del rigore tedesca, è interessante il passaggio in cui il presidente del Consiglio parla degli Stati Uniti d’Europa come una meta da raggiungere, specie per fronteggiare la concorrenza di giganti come Cina, Brasile e India, e, nel processo di unificazione generale, cita quello bancario, un tasto dolentissimo per Berlino che non intende rinunciare al suo controllo sui propri istituti di credito. Se Letta, con i tedeschi, andrà a ficcare il dito in questo punto, ne vedremo delle belle.  

• Come è stato accolto il discorso? Dico, soprattutto da parte democratica. Si prevedevano una cinquantina di no alla fiducia.
La fronda sembra rientrata. Pippo Civati, il più duro di tutti, è uscito dall’aula. Gli altri, a cominciare dalla Bindi, hanno annunciato che voteranno sì. Non vuole affatto dire, purtroppo, che dentro il Pd le guerre intestine siano cessate. Intanto, si accingono a rinviare l’assemblea nazionale del 4 maggio, quella in cui, per bloccare Renzi e i suoi, i bersaniani si proponevano di affidare la reggenza del partito all’ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani. (leggi)

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