Claudia Guasco, Il Messaggero 30/4/2013, 30 aprile 2013
A PARMA IL SINDACO M5S SI ARRENDE ALL’INCENERITORE
Il termovalorizzatore della discordia sorge in mezzo a un campo di Uguzzolo, alle porte di Parma. A settembre Beppe Grillo aveva assicurato: «Se lo faranno dovranno passare sul cadavere di Pizzarotti». Ieri mattina l’impianto ha cominciato a bruciare i rifiuti, con buona pace della prima giunta grillina d’Italia che su questa battaglia gioca una buona fetta della sua credibilità.
GIUNTA MORBIDA
L’accensione dell’inceneritore è l’ultimo atto di un confronto a colpi di esposti, inchieste, picchetti degli ambientalisti e soprattutto programmi politici. Costato 200 milioni di euro, dal 18 maggio sarà a regime e permetterà di smaltire 65 mila tonnellate all’anno di rifiuti urbani e altrettante di speciali con una raccolta differenziata oggi al 54 per cento. I lavori sono stati svolti dall’Iren, ex municipalizzata ora quotata in Borsa, che ebbe il via libera congiunto dalla provincia e dall’ex sindaco Pdl Pietro Vignali. Nel frattempo però le cose sono cambiate: Vignali è finito in carcere per corruzione e peculato insieme al vice presidente di Iren Luigi Villani, i grillini hanno conquistato la città e con la giunta provinciale di sinistra presieduta da Vincenzo Bernazzoli non corre buon sangue. Così il termovalorizzatore si è trasformato in un caso politico. «Noi abbiamo la coscienza pulita e continueremo con lo stesso impegno», promette l’assessore comunale all’Ambiente Stefano Folli. Sul suo tavolo ci sono già progetti alternativi come il trattamento meccanico biologico. «Con questo sistema smaltire una tonnellata di rifiuti costa tra 60 e 90 euro, con l’inceneritore di Ugozzolo 170 euro. Qui, tra l’altro, c’erano 56 prescrizioni da ottemperare e secondo noi molte non sono state rispettate». Per questo ieri mattina il Comune ha spedito sul posto una task force di tecnici e vigili. «Ma la verità è che, da quando sono arrivati in municipio, i grillini si sono ammorbiditi», dice l’avvocato Arrigo Allegri, autore di 14 esposti contro l’impianto. «Hanno chiesto il blocco dell’inceneritore, il Tar però l’ha respinto e adesso hanno paura che l’Iren chieda loro i danni». Perché se il forno non parte entro il 30 aprile, la società rischia di perdere i 4,5 milioni di incentivi statali all’anno.
«GARANTI DEI CITTADINI»
L’accensione è avvenuta sul filo di lana. I rifiuti erano già all’interno da qualche giorno e ieri manifestanti, determinati a fermare i camion, hanno mestamente abbandonato il presidio sotto la pioggia. Il collettivo Sovescio pianterà lì vicino «due piante di kiwi: il presidente di Iren e della Provincia - ironizza - saranno ben felici di farsi una bella scorpacciata dei frutti cresciuti con l’aria pulita che l’inceneritore emette». Promette Folli: «Saremo garanti dei cittadini. Il termovalorizzatore non l’abbiamo autorizzato noi, ma la Provincia». Puntualizza l’assessore provinciale all’Ambiente Giancarlo Castellani: «Veramente l’approvazione è della Conferenza dei servizi, con il massimo dei consensi e in piena correttezza formale. E’ un impianto adeguato alla città, che ora distribuisce i suoi rifiuti con i camion nei sette inceneritori della regione. La questione politica è tutta un’altra storia».