a.d’a, la Repubblica 30/4/2013, 30 aprile 2013
VENT’ANNI FA LE MONETINE A CRAXI, ADDIO PRIMA REPUBBLICA
ROMA — Esattamente vent’anni fa la scena madre del lancio delle monetine a Bettino Craxi calava il sipario sulla Prima Repubblica. Il 30 aprile 1993, la sera dopo che il leader del Psi era stato “assolto” a Montecitorio dai colleghi onorevoli, una folla inferocita si piazzò davanti all’hotel Raphael, lussuosa residenza craxiana a largo Febo, nel pieno centro di Roma. Quel giorno 200 giovani si erano radunati in piazza Colonna scandendo slogan contro governo e Parlamento. Altri protestavano davanti alla sede del Psi di via del Corso. Un terzo gruppo, proveniente dal liceo Mamiani, percorse il centro storico. Quel giorno giravano anche quelli del Msi e un corteo della Lega Nord. Ma fu in coincidenza della fine del comizio di Occhetto in Piazza Navona che una folla invase Largo Febo e attese Craxi all’uscita del Raphael. Il leader del Garofano riuscì a malapena ad infilarsi nella sua Thema scura e partire sirene spiegate mentre dalla moltitudine gli pioveva addosso di tutto, monetine comprese, e la folla ruggiva con cori da stadio sventolando banconote da mille lire.
È stato il simbolo di un pezzo di Italia inferocita e insieme di un regime che senza più né autorità né capacità di difendersi se ne stava andando in frantumi. Di quei giorni si ricordano De Mita che si mise a giocare con i soldatini sulla scrivania di Cossiga. Occhetto
che sconvolto trangugiò un whisky. Andreotti che incontrò un topo malaugurante nei corridoi del Senato. Il cardinal Martini che sventolò in faccia a Forlani la terribile parabola del fico che non dà frutti. Infine De Michelis, che a un certo punto stava per essere buttato in un canale al grido di «onto! onto!», unto. Gli arresti a raffica, gli interrogatori, i processi e i suicidi. I vecchi partiti che venivano spazzati via e l’inizio dell’epopea berlusconiana. E anche i Cavaliere, 18 anni dopo, dovette fare i conti con una piazza inferocita. Era il 12 novembre 2011 quando Berlusconi, con l’Italia a un passo dal default, dovette lasciare Palazzo Chigi e cedere il passo a Mario Monti. Quella notte le piazze di Roma erano colme di contestatori e gente in festa per le dimissioni del Cavaliere. Che giorni dopo volle dire: «Sono stato colpito anch’io da una monetina da 2 euro» evidentemente passata attraverso il finestrino abbassato dell’Audi blindata. Come in quella primavera di 20 anni fa, anche oggi la Repubblica vive un pericoloso momento di sgretolamento. E ora come allora, le transenne che su piazza Montecitorio sono state spostate indietro di una ventina di metri. Ma domenica non sono state sufficienti a bloccare la mano armata di Luigi Preiti.