Fior da fiore, 30 aprile 2013
Dalla Camera fiducia al governo Letta • Bersani in lacrime • Il cane di La Russa • Molto grave il carabiniere ferito domenica • Dopo gli spari davanti a Palazzo Chigi aumentano le scorte ai politici • Da venti giorni non si trova un giornalista della Stampa
Letta Il governo ottiene la fiducia della Camera con 453 sì, 153 no e 17 astenuti. Contrari Sel e M5S, Lega astenuta. Oggi pomeriggio il voto al Senato. Tra le cose da fare, annunciate da Letta: una nuova Costituzione, la riforma delle carceri, un piano nazionale di edilizia scolastica, la modifica degli ammortizzatori sociali, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, l’azzeramento dello stipendio dei ministri. E poi la legge elettorale, lo stop al pagamento dell’Imu a giugno, lo stop al nuovo aumento dell’Iva. Ha parlato anche di riduzione delle tasse sul lavoro, lotta all’evasione ma «senza che la parola Equitalia faccia venire i brividi alla gente», reddito minimo per famiglie bisognose. Tra 18 mesi una verifica sulle riforme istituzionali: «Se veti e incertezze dovessero minacciare di impantanare tutto per l’ennesima volta, non avrei esitazioni a trarne immediatamente le conseguenze». Intanto oggi pomeriggio, dopo il voto al Senato, partirà per Berlino da Merkel, poi a Parigi da Hollande e a Bruxelles da Barroso. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Bersani Lacrime di Bersani in Aula quando Letta si è riferito a lui e al suo «senso antico della parola lealtà».
La Russa Ignazio La Russa ha una cagnetta maltese bianca di nome Fiamma (Stella, CdS).
Perdono Il brigadiere cinquantenne Giuseppe Giangrande, colpito dai proiettili sparati da Gino Preiti, presenta «segni di danno midollare ai quattro arti». È «in grado di respirare autonomamente per un breve periodo». La figlia Martina, 23 anni, per assisterlo si è licenziata: «Tutti i progetti di vita che avevo fatto già dalla morte di mia madre si sono in un momento stravolti, quindi si ricomincia. Dopo la morte di mamma, noi due ci definivamo un piccolo esercito sgangherato. Ora ci sono rimasta io, siamo in un deserto e siamo un mezzo esercito molto sgangherato. Non credo potrò perdonare chi gli ha sparato. Tra i due chi ha perso sono stata io».
Scorte Dopo gli spari di Preiti davanti a Palazzo Chigi, raddoppiato il personale di vigilanza nelle sedi istituzionali, politiche e diplomatiche. A tutti i ministri è stata assegnata una scorta armata personale (e anche ai sottosegretari e ad altre personalità considerate a rischio). Rimarranno, e forse saranno potenziate, le 25 scorte di primo livello e le circa 80 di secondo, che rappresentano un quinto delle oltre 500 protezioni personali operative sopravvissute agli ultimi tagli. Quelle di terzo e quarto livello (più di 400) saranno verificate e potrebbero subire delle modifiche (Frignani, CdS).
Inviato Dalla seconda settimana di aprile non si hanno più notizie del giornalista della “Stampa” Domenico Quirico, 61 anni, inviato in Siria, nella zona di Homs. Ha detto Mario Calabresi, direttore del quotidiano: «Due settimane di ricerche coordinate dall’Unità di crisi della Farnesina non hanno dato sinora alcun risultato concreto». L’8 aprile Quirico ha mandato un messaggio dalla Siria alla moglie. Il giorno dopo un sms alla collega della Rai, Maria Gianniti, per dire che era sulla strada di Homs. Al giornale ha fatto sapere che da allora sarebbe rimasto in silenzio (da molti mesi i russi hanno consegnato all’esercito di Bashar Assad sofisticati strumenti per localizzare le comunicazioni telefoniche e soprattutto i satellitari). «Prima di partire ci aveva avvisato che non avrebbe scritto niente mentre era in Siria e che per circa una settimana sarebbe rimasto in silenzio», nota ancora Calabresi.
Stella Lo yacht Stella, 2,5 milioni di euro il valore, 21,01 metri per 45,58 tonnellate, tre cabine lussuose e tre bagni per 6 persone più due membri dell’equipaggio, scafo blu-notte e bianco, ponti in teak, due potenti moto d’acqua nella stiva. Attraccato in Tunisia, Port El Kantaoui, 70 chilometri a sud di Hammamet, appartiene a Riccardo Bossi e sarebbe stato pagato con i soldi sottratti ai finanziamenti elettorali della Lega Nord. Dalle carte emerge che lo yacht appartiene alla società «Stella luxury charter ltd» fondata nel 2007 in Inghilterra, dove ha sede con un patrimonio in beni di oltre un milione e 172mila sterline. Le sue azioni sono possedute da un imprenditore italiano che corre in auto, come Riccardo Bossi, nelle serie minori. Da un paio di mesi la barca è in vendita, pare per una cifra tra 1,1 e 1,6 milioni. Dallo scafo è anche sparito il numero di matricola (Guastella, CdS).
Password Ogni persona, per usufruire di molti dispositivi digitali e dei servizi più comuni offerti da Internet, deve tenere a mente almeno ventiquattro password (Scalise e Tonacci, Rep).
Bradbury Ray Bradbury poteva scrivere ovunque, a patto di avere a disposizione macchina da scrivere. «Se mi viene qualche idea e non la archivio, è lei che archivia me. Da ragazzo scrivevo nella mia camera da letto, o in salotto con mia madre e mio padre che parlavano con la radio accesa ad alto volume. Ai tempi in cui scrivevo Fahrenheit 451 avevo trovato un posto alla Ucla dove, con dieci cents, affittavi una macchina da scrivere per mezz’ora» (Jacoboni, Sta).
Kerouac Kerouac descrisse nel ’68 alcuni suoi rituali di scrittura: «Una volta accendevo una candela e scrivevo di getto tutto, finché la candela non si spegneva». Poi cominciò a sentirsi ispirato solo con la luna piena. Per un periodo è stato ossessionato dal numero nove, e prima di scrivere, faceva nove saltelli, magari chiuso in bagno: «Una specie di yoga» (ibidem).
Sontag «Io scrivo a mano, su grandi fogli bianchi o gialli che odorano di scrittori americani. Tutte le mattine non più tardi delle otto» (Susan Sontag) (ibidem).
Mattina Hemingway scriveva in piedi. De Lillo scrive quattro ore di mattina e due di pomeriggio, ogni giorno, ma tra i due momenti va a correre. Non mangia, non prende caffè, non fuma. Per «rompere il linguaggio» (to break the language) guarda ossessivamente una foto di Borges su sfondo nero: «La sua faccia fiera, lo sguardo da cieco, le narici aperte, la bocca incredibilmente vivida... sembra dipinto». William Gibson ha scritto Neuromante andando a pilates tre volte la settimana e cominciando a scrivere solo alle dieci. Vonnegut ha scritto Mattatoio n. 5 tutti i giorni dalle 5,30 alle 8. Dopo, passeggiata fino alla piscina comunale e nuoto. Nel pomeriggio, oltre a varie attività d’insegnamento, immancabile scotch alle 17,30, sempre lo stesso da 5 dollari e 50, allo State Liquor Store. James Joyce non si alzava dal letto per scrivere prima delle undici. Haruki Murakami si sveglia alle 4 di mattina, scrive per sei ore, il pomeriggio fa dieci chilometri di corsa o 1.500 metri in piscina, e va a letto alle 9 di sera. Twain si chiudeva in studio dall’alba alle cinque, e poi la sera, a cena, leggeva ad alta voce i suoi prodotti ai commensali (ibidem).
(a cura di Daria Egidi)