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 2009  ottobre 29 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il Consiglio dei ministri ha appe­na varato il disegno di riforma dell’Università e tutta una serie di organizzazioni studentesche sono già sul piede di guerra: l’Unione degli universitari (Udu) ha fatto sapere che «in di­verse città universitarie sono già in atto presìdi per informare gli studenti e la cittadinanza dell’ul­timo colpo che il governo sta in­fliggendo al sistema universita­rio pubblico». Altro slogan: «Non si privatizza il diritto allo studio». Si contesta anche lo stru­mento della delega legislativa «che lascia carta bianca al gover­no di legiferare senza nessuna forma di consultazione con chi l’università la vive quotidiana­mente ». Nei giorni scorsi l’Udu ha occupato i rettorati di Parma e Palermo e lo studentato di Ca­tania. Ieri alcuni studenti hanno occupato simbolicamente degli uffici del Ministero della Pubbli­ca Istruzione. Il 6 novembre, a Roma, è in programma una ma­nifestazione nazionale.

Che cos’è questa cosa della «privatizzazione»? Vendono le università?
La riforma prevede per ogni ate­neo un consiglio d’amministra­zione, responsabile di tutta la parte economica (costi, ricavi, bilancio eccetera), in cui il 40% dei posti sia assegnato a mem­bri esterni. Suppongo che la Gelmini e Tremonti pensino a un qualche rapporto con le real­tà economiche del territorio, so­stanzialmente i rappresentanti delle grandi aziende o magari degli enti locali. Non lo sappia­mo ancora, perché questo è uno dei punti che sarà deciso at­traverso i decreti delegati, lo strumento di cui gli studenti non vogliono sentir parlare.

Di che si tratta?
Tu fai una legge che fissa i crite­ri generali della riforma e lasci poi al ministro il compito di spe­cificare nel dettaglio come que­sti criteri saranno osservati. Per esempio, il disegno di legge sta­bilisce che il consiglio d’ammi­nistrazione di ciascuna univer­sità sia composto di undici membri (contro i 30 attuali) e che quattro non provengano dall’università. Ma con quale criterio e con quale procedura debbano essere scelti questi quattro, lo stabilirà il ministro successivamente con un decre­to delegato. Agli studenti que­sto sembra pericolosissima, ma in realtà è una formula che i go­verni hanno adoperato tante volte, anche per le leggi relati­ve alla scuola. Quanto alla pri­vatizzazione, di cui stavamo parlando prima, il disegno di legge prevede anche un nucleo di valutazione dell’attività del­l’ateneo che sarà composto in maggioranza da membri ester­ni. Mi pare francamente il mini­mo: non giudicarsi da soli! An­che qui, però, stabilito il princi­pio sarà il decreto delegato a stabilire il come.

La legge le piace?
Tremonti, che ne ha ritardato l’approvazione di qualche gior­no per i soliti problemi di soldi, l’ha definita «una grande rifor­ma ». parte in causa, e quindi il suo giudizio va preso con le molle. Delle novità interessanti però ci sono: questa che abbia­mo appena detto della valuta­zione fatta da esterni mi piace. C’è poi il tentativo di bloccare parentopoli, cioè l’abitudine dei baroni di distribuire catte­dre a mogli, figli e amanti ( nel­la foto Eidon, una protesta di dottorandi ). La legge sancisce l’incompatibilità di parentela nello stesso ateneo, certo aggi­rabile scambiando i favori con un’altra università... Si incorag­giano le università troppo pic­cole a fondersi o magari a fon­dere facoltà o corsi di laurea in modo da risparmiare. Si riduco­no anche i membri del Senato accademico (non più di 35 con­tro i 50 di oggi) al quale si lascia­no esclusivamente le responsa­bilità scientifiche. Il rettore, che sarà a capo sia del Senato che del cda, non potrà governa­re per più di otto anni e si farà in modo che i docenti lavorino effettivamente per le 1.500 ore stabilite, di cui almeno 350 de­dicate all’insegnamento. Si par­la anche qui di tornelli, cartelli­ni e chissà che altro. Magari se ne occuperà Brunetta.

I professori stanno zitti?
Per ora stanno zitti. La legge co­mincia adesso il suo iter parla­mentare e ci vorranno almeno sei mesi. Gasparri ha dubbi sul sistema di governo. Certe for­mazioni studentesche sono già in trincea, più per abitudine che per altro. I professori aspet­tano e faranno lobby, come sempre. Oltre tutto parecchi so­no seduti in Parlamento. E poi il vero momento chiave saran­no i decreti delegati. Da varare tra un anno-un anno e mezzo. Badi che non si sa neanche se per quell’epoca ci sarà ancora questo governo.

Lo stato dell’Università com’è?
I pochi soldi con cui si finanzia­no gli studi superiori se ne van­no tutti in stipendi. Nell’ultima classifica internazionale, quel­la stilata pochi giorni fa dal Ti­mes , c’è una sola università ita­liana tra le prime duecento, l’Al­ma Mater di Bologna. A queste graduatorie si può credere op­pure no, ma certo non c’è nessu­na classifica, tra quelle in circo­lazione, che mette il nostro si­stema universitario in cima. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/10/2009]
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