Mario Perniola, la Repubblica 29/10/2009, 29 ottobre 2009
IL SEX APPEAL DEL BISTURI
Il transessualismo appartiene alla società della comunicazione e dello spettacolo iperreale, nel quale l´immagine esterna di se stessi acquista più importanza della psiche. Non a caso questo fenomeno viene individuato solo negli anni Cinquanta del secolo scorso e trova la sua prima teorizzazione solo negli anni Sessanta con gli studi di Harry Benjamin e di Robert Stoller sull´identità sessuale.
Perciò non si coglie la sua specificità, se lo si collega con la grande eredità della sessuologia e dell´erotismo occidentale. L´antico mito greco di Tiresia, che fu donna per sette anni prima di ritornare ad essere uomo (connesso con l´inquietante interrogativo quale dei due sessi provi più piacere), la teoria dell´essenziale bisessualità dell´essere umano, il carattere plastico della pulsione libidica che, a differenza dell´istinto, può cambiare con relativa facilità oggetto e modo di soddisfacimento, nonché le tendenze ben note fin dall´antichità come il travestitismo e il tribadismo, tutto questo imponente bagaglio fatto di sottigliezze e di raffinatezze psicologiche, si rivela inutile, o per lo meno inadeguato, per capire un fenomeno in cui il corpo e i suoi cambiamenti, ottenuti attraverso la chirurgia, contano più dell´anima.
La parola trans per indicare una persona che vuole dare al suo corpo una forma che corrisponda al suo modo di pensare e di sentire la propria identità sessuale, è quindi piuttosto ingannevole, perché poco ha che fare con i vari modi in cui può essere pensato il mutamento lento e impercettibile attraverso il quale qualcosa cambia pur rimanendo la stessa. Nella chirurgia sessuale c´è un aspetto fortemente traumatico che è proprio l´opposto del transito graduale e progressivo, in vario modo pensato dal marxismo (transizione), dalla psicoanalisi (traslazione), o dall´heideggerismo (si pensi al libro Oltre la linea di Ernst Jünger e alla questione della differenza).
Il transessualismo contemporaneo sollecita l´apertura di nuove problematiche psicologiche e sociali ancora ben poco esplorate. In primo luogo, evidenzia il legame tra chirurgia ed erotismo. Alcuni, nel momento in cui si abbandonano nelle mani del chirurgo, provano una specie di eccitazione sessuale non lontana dall´esperienza del sublime descritta dal pensatore inglese del Settecento Edmund Burke: una sorta d´orrore pieno di piacere, una terribile gioia, che deve essere certo più intensa e profonda quando riguarda gli organi genitali.
In secondo luogo, il transessualismo, privilegiando l´aspetto fisico della sessualità rispetto a quello psichico, tende ad attribuire alla corporeità un carattere di esteriorità radicale, che va nella direzione del "sex appeal dell´inorganico": esso considera il proprio corpo più come "cosa che sente" che come entità che ci appartiene intimamente. Ecco spezza quell´unione tra anima e corpo, che costituiva un obiettivo primario di tanta parte della sessuologia moderna.
Infine non bisogna trascurare il suo aspetto socio-politico: esso si presenta come una soluzione di compromesso alla guerra tra gli uomini e le donne, che è divampato in tutta la sua virulenza negli ultimi tre decenni in Occidente, specialmente in Italia. Per persone che hanno un´immaginazione decisamente eterosessuale, c´è qualcosa di molto rassicurante nel trovare alla fine persone che hanno appartenuto in origine allo stesso sesso.