Sergio Romano, Corriere della sera 29/10/2009, 29 ottobre 2009
COME FARE L’ORA DI RELIGIONE FRA CONCORDATO E RECIPROCIT
Il cardinale Bagnasco ha detto che l’attuale ora di religione voluta dal Concordato non è di catechesi confessionale bensì una disciplina culturale, perché è indispensabile per comprendere la nostra cultura. Perché, allora, gli insegnanti sono scelti dai vescovi, anche se pagati dallo Stato Italiano, come se quelli nominati dal ministero non avessero i numeri per far comprendere ai ragazzi l’importanza che la religione ha avuto nella storia e nell’arte? Per sbrogliare questo nodo è più facile, politicamente s’intende, denunciare il Concordato o consentire l’ora musulmana, organizzarla, gestirla ecc.?
Quindi: più religione o meno religione?
Giorgio Costa
giocosta@fibertel.com.ar
Non sono d’accordo sul fatto che dovrebbe essere inserita l’ora di religione islamica per la numerosità dei musulmani. L’Italia è un Paese cattolico e la religione ufficiale insegnata nelle scuole è il cattolicesimo.
Inglesi e tedeschi residenti in Italia non hanno mai chiesto che venisse inserita l’ora di religione protestante, ma hanno civilmente accettato le usanze del Paese che li ospita. Non capisco questa disponibilità nei confronti di un popolo che non accetta le nostre usanze e cerca di farci saltare per aria spesso e volentieri. E mi piacerebbe sapere se nel loro Paese i musulmani hanno la stessa disponibilità verso gli italiani che vi risiedono. Non credo proprio.
Maria Flumiani , Milano
Cari lettori,
Le vostre lettere (che mi spiace avere abbreviato per motivi di spazio) sollevano contemporaneamente molti problemi. Cercherò d’individuarli e di rispondere brevemente.
Insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. Lo Stato non dovrebbe avere l’obbligo d’insegnare una religione, quale che sia, nelle sue istituzioni scolastiche. Ha certamente l’obbligo invece di assicurare le condizioni affinché ogni confessione religiosa possa liberamente creare le proprie istituzioni e impartire il proprio insegnamento. E può dare un contributo finanziario se queste istituzioni svolgono funzioni delegate e utili alla società nel suo insieme.
Concordato. Gli accordi firmati con la Santa Sede conferiscono alla Chiesa il diritto d’impartire nelle scuole italiane un insegnamento religioso facoltativo. un errore, a mio avviso. Ma non credo che esistano in questo momento le condizioni per una revisione del Concordato o per la sua abolizione. E non credo che sia nell’interesse generale del Paese avanzare proposte che contribuirebbero a rendere il suo clima ancora più agitato di quanto non sia. Ma sarebbe ora che il ministero dell’Istruzione rendesse l’ora di religione effettivamente facoltativa offrendo agli studenti alternative credibili.
Musulmani e altri stranieri. Esiste una sostanziale differenza. Gli inglesi, i tedeschi e gli svizzeri rappresentano piccole minoranze, sono generalmente benestanti e si sono spontaneamente organizzati, senza imbattersi in particolari difficoltà, con scuole, chiese e istituzioni culturali. I musulmani sono molto più numerosi, sono più poveri e trovano sulla loro strada, quando vogliono aprire una scuola o costruire una moschea, difficoltà spesso insormontabili.
Musulmani e terrorismo. Pensare che le comunità islamiche siano la quinta colonna del fondamentalismo è certamente sbagliato. E temo che nell’errore si nasconda un pregiudizio razziale.
Reciprocità. Potrei dare qualche esempio positivo come la scuola dei salesiani al Cairo, frequentata anche da allievi musulmani. Ma preferisco ricordare che esistono due forme di reciprocità. La prima consiste nel concedere a uno straniero soltanto i diritti che il suo Stato concede agli italiani; la seconda consiste nel concedergli tutti i diritti che lo Stato italiano concede, salvo accordi particolari, a tutti gli stranieri residenti nel Paese. Le buone democrazie preferiscono la seconda.