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 2009  ottobre 29 Giovedì calendario

PROCREARE


I bambini, in futuro, potrebbe nascere dalle cellule staminali. Gli scienziati della Stanford University (California) hanno creato un mix di sostanze chimiche e vitamine in grado di agire sulle staminali embrionali, trasformandole in ovociti e spermatozoi. Presto lo stesso potrebbe avvenire con le cellule della pelle.


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L’articolo:

Sperma e ovuli dalle staminali. «Figli a partire dalla pelle» -

Far nascere dei bambini dalle cellule staminali? Potrebbe essere possibile grazie ai risultati di una ricerca effettuata da scienziati della Stanford University, in California. Ne parla la rivista scientifica Nature. Secondo la ricerca, gli scienziati hanno messo a punto un cocktail di sostanze chimiche e vitamine che riesce a interagire con le cellule staminali embrionali, per trasformarle in ovociti e spermatozoi. Gli stessi scienziati contano di ripetere presto l’esperimento con cellule della pelle.

La realizzazione di ovociti e spermatozoi in laboratorio offre opportunità sinora inedite per i trattamenti contro la sterilità e le malattia ma pone anche gravi problemi etici. Infatti gli stessi autori della ricerca sostengono che bisognerebbe concordare specifiche linee guida per la produzione e l’uso di spermatozoi e ovociti artificiali.

«Questa scoperta apre una nuova finestra in quello che fino a poco fa era uno stadio sconosciuto dello sviluppo umano. - osserva Susan B Shurin, direttore dell’Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development, che ha finanziato lo studio - L’osservazione in laboratorio delle cellule germinali ha la possibilità di rivelare importanti tracce delle cause ancora inesplorate dell’infertilità e della genesi di molti difetti genetici e problemi legati ai cromosomi».

Infatti, nonostante l’infertilità emerga solo dopo la maturità sessuale, spiega Reijo Pera, tra gli autori della ricerca, molte forme ancora inesplorate hanno la loro origine in ’errori’ all’interno delle cellule allo stadio embrionale.

Gli spermatozoi così ottenuti, si legge nella rivista, hanno la testa e la coda più piccola di quelli ”naturali” ma sembrano comunque in grado di poter fertilizzare un ovulo. Mentre gli ovuli sono in uno stadio non avanzato, ma più sviluppati di quanto sia avvenuto finora ad opera di altri scienziati.