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 2009  giugno 16 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Anche se non può ancora essere dichiarato ufficialmente, è pur­troppo altamente probabile che i nove stranieri rapiti nello Ye­men siano stati uccisi dai loro sequestratori. La versione più attendibile è al momento que­sta: i cadaveri sono stati trovati a Noshur, dodici chilometri da Saada (il posto dove è avvenuto il sequestro), dal figlio di un di­gnitario tribale, il quale ha av­vertito le autorità. Esiste un co­municato di un funzionario del­la polizia criminale. Da Berlino però non confermano: «Ci stia­mo impegnando al massimo con l’ambasciata a Sana’a. Co­nosciamo anche noi queste in­formazioni, ma il riscontro defi­nitivo non c’è», ha detto ai gior­nalisti il cancelliere Angela Me­rkel. Dei nove sequestrati, sette erano tedeschi, uno inglese, una sudcoreana. Il tabloid Bild dice che gli ostaggi non sono sta­ti uccisi, ma le tre donne mutila­te. Lo Yemen Post, che cita fon­ti di Saada, scrive che i cadaveri sono tre. Altre fonti parlano di sette morti, altre ancora dicono che i tre bambini del gruppo so­no salvi. L’ipotesi più probabi­le, anche secondo il nostro am­basciatore a Sana’a Mario Bof­fo (che tuttavia invita ad aspet­tare) è tuttavia la peggiore.

Erano turisti?
No, è gente che sta in Yemen da 35 anni e lavora all’ospeda­le di Al Umhuri, a Saada. I te­deschi erano un ingegnere, con la moglie e i tre figli, e due infermiere. Ingegnere anche il sequestrato inglese. La sudco­reana è una professoressa. I ra­pitori hanno agito venerdì scorso. Il sequestro è strano, perché gli yemeniti sono rapi­tori alla buona, che in genere prendono in ostaggio dei turi­sti e li lasciano liberi dopo po­chi giorni, in cambio di dena­ro. L’Afp ha calcolato che, ne­gli ultimi 15 anni, di rapimenti a questo modo ne sono stati fatti circa duecento. Qualche volta i sequestratori chiedono la liberazione di qualche pa­rente o sodale. Nel caso di cin­que italiani che furono rapiti nel dicembre 2005, il seque­stro era l’ultimo atto di una fai­da tribale che era cominciata parecchi anni prima in seguito alla vendita tra sceicchi di una macchina usata. La moglie di uno dei rapiti di quella volta, la padovana Laura Tonetto, ie­ri era molto meravigliata per i bambini. «Lo Yemen è un Pae­se in cui si ha un rispetto enor­me per i piccoli». Gli italiani fu­rono liberati con un’azione mi­litare: l’esercito assediò il vil­laggio dove erano tenuti pri­gionieri e prese la popolazio­ne per fame. Sono proprio que­sti blitz, tuttavia, a poter esse­re pericolosi: i pochi morti da sequestro in Yemen sono stati spesso causati dalle incursioni delle forze dell’ordine.

In questo caso?
In questo caso potrebbe esse­re, e questo spiegherebbe in parte la confusione sulle noti­zie. Dico: una qualche azione della polizia locale che fatto fi­nire tutto in tragedia e che adesso le autorità non sanno come raccontare. Ma è vero an­che che il Paese è cambiato.

In che senso?
Intanto, gli yemeniti sono en­trati nel business della pirate­ria somala, che si svolge pro­prio di fronte a casa loro. Quin­di la loro malavita si sta inter­nazionalizzando ed estremiz­zando. Al Qaeda è presente nel Paese e del resto il padre di Osama Bin Laden era yemeni­ta, e Osama ha sempre detto di voler ritornare prima o poi nella sua patria d’origine.

Se è vivo.
Se è vivo, sì. L’assassinio dei nove poveretti potrebbe an­che essere un nuovo atto della strategia fondamentalista con­tro le ong occidentali.

Cioè?
E’ quello che è successo in Su­dan. Quando il tribunale inter­nazionale dell’Aja ebbe l’idea di incriminare il presidente di quel Paese, Omar al-Bashir, su­bito furono sequestrati tre ope­ratori di Medici senza frontiere (tra questi, c’era anche un ita­liano). Tornati liberi gli ostag­gi, Bashir decretò l’espulsione di tredici Ong occidentali, con lo scopo di sostituirle con orga­nizzazioni no-profit politica­mente e religiosamente più af­fidabili. In pratica, si permette­va al fondamentalismo islami­co di estendersi ancora un po’. possibile che la tragedia ye­menita, consumata in un ospe­dale, debba essere inquadrata in questo contesto. Ma è pre­sto per dirlo. A proposito, l’Astoi, l’Associazione che riu­nisce i tour operator italiani, fa sapere che non risultano no­stri turisti in Yemen in questo momento. Per fortuna. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/6/2009]
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