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 2009  giugno 16 Martedì calendario

AMBANI «FRATELLI COLTELLI» - NUOVA SAGA IN TRIBUNALE


LITI CONTINUE - La parentela non conta: i due si odiano da anni e i loro imperi si combattono senza esclusione di colpi «Reliance contro Reliance»

NUOVA DELHI
La storia della rivalità tra i miliardari indiani Mukesh e Anil Ambani si è arricchita ieri di un nuovo capitolo quando un tribunale di Mumbai ha stabilito che una società di proprietà del primo dovrà vendere una parte del proprio gas a una di quelle controllate dal secondo con uno sconto del 44% rispetto al prezzo suggerito dal governo.
La decisione della Bombay High Court poggia su un accordo stilato tra i due fratelli nel 2005 quando, grazie alla mediazione della madre, si spartirono l’impero industriale creato dal padre Dhirubhai, morto 3 anni prima senza avere indicato un successore.
In base a quel memorandum d’intesa Reliance Industries, la più grande impresa indiana privata per capitalizzazione (controllata da Mukesh), s’impegnava a vendere a Reliance Natural Resources (di proprietà di Anil) il gas estratto da uno dei propri giacimenti nel Krishna Godavari Basin al prezzo di 2,34 dollari per milione di British thermal unit. Una tariffa decisamente inferiore a quella successivamente stabilita dal governo: 4,2 dollari per Bte quando il prezzo del petrolio è al di sopra dei 60 dollari al barile.
Se la decisione presa ieri dall’Alta corte sarà confermata in appello, la vantaggiosa tariffa stabilita nel 2005 dovrà essere applicata a 28 milioni di metri cubi giornalieri di gas per 17 anni. Secondo una nota di Nomura Financial Advisory & Securities, il valore del giacimento in questione (il più grande di quelli controllati da Reliance Industries) potrebbe passare così da 16 a 13 miliardi di dollari. Alla notizia le quotazioni della società uscita vincitrice dal verdetto sono schizzate in alto del 24%, l’impennata più significativa da oltre un anno, mentre quelle della sconfitta hanno perso più del 7% del proprio valore, facendo segnare il calo più brusco dallo scorso gennaio.
A dispetto della rivalità (e in attesa che Mukesh possa prendere possesso della sua nuova casa, un palazzo di 27 piani nel cuore di Mumbai) i due fratelli continuano a vivere, nel rispetto della tradizione indiana, con le rispettive famiglie nello stesso edificio, ricorrendo a ingressi differenti per evitare di vedersi.
Nonostante questi accorgimenti un anno fa i loro destini imprenditoriali si sono incrociati un’altra volta e in quella occasione fu il più giovane dei due, Anil, a uscire sconfitto. In palio c’era la fusione della sua compagnia di telefonia mobile con il colosso sudafricano Mtn, un progetto fallito quando Mukesh fece valere il proprio diritto di prelazione sulle società di famiglia, bloccando di fatto l’operazione.
Un episodio che assieme ai suoi strascichi (i referenti politici di Anil minacciarono di spingere per una legislazione che penalizzasse le imprese di Mukesh che a sua volta chiese e ottenne di essere ricevuto dal primo ministro) confermò non solo l’astio tra i due. Ma anche il pericolo che questa faida familiare tra miliardari danneggi la credibilità dell’India, delle sue imprese e del suo sistema politico agli occhi degli investitori stranieri.