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 2009  giugno 16 Martedì calendario

ALITALIA E I 46 AEREI LASCIATI A TERRA «SONO A RISCHIO FURTI»


I timori del commissario: servono vigilantes

ROMA – Quando tutto questo sarà finito, quando il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, avrà venduto fino all’ultimo pezzo di quello che resta del­la vecchia compagnia e paga­to (in parte) i creditori, forse allora potrà anche riderci so­pra. Ma per adesso Fantozzi, pare, è solo arrabbiato. E pre­occupato. Un sospetto gravis­simo turberebbe da qualche tempo le notti del commissa­rio: che quei 46 aerei non comprati dalla nuova Alitalia e per questo rimasti a terra in vari aeroporti del Paese, in at­tesa di un altro acquirente, qualcuno, nottetempo, se li stia portando via pezzo pez­zo. Piccoli furti, per carità, ra­dio, computer di bordo, stru­menti- motore, capaci però, se comprovati, di disperdere un patrimonio che è già limi­tato rispetto alle attese dei tanti, troppi creditori.

La preoccupazione sarebbe emersa giovedì scorso in se­no al Comitato di sorveglian­za che ha approvato la relazio­ne trimestrale, una sorta di bi­lancio dell’andamento della gestione straordinaria di Ali­talia apertasi il settembre scorso. In quella sede Fantoz­zi avrebbe avanzato il sospet­to, per ora rimasto a questo punto poiché mancano de­nunce, che qualcuno stia smantellando gli aerei. Ma a che scopo?

Non è difficile immaginar­lo. Anche il velivolo ormai inabile al volo, perché troppo vecchio, incidentato o addirit­tura precipitato, ha un suo importante valore economi­co: ogni pezzo è riciclabile, se opportunamente restaurato. Recenti inchieste giudiziarie hanno messo in luce il feno­meno delle «bogus part» (par­ti sospette) cioè dei pezzi di ricambio la cui affidabilità, da un punto di vista della si­curezza, non è accertata.

Ogni pezzo ha una sua sca­denza indicata nella docu­mentazione di accompagna­mento. Finché quella data non è stata superata, il pezzo ha un grande valore economi­co sul mercato. Ma per quelli scaduti sono sorte società d’intermediazione, ai limiti o fuori della legalità, che falsifi­cano le certificazioni allo sco­po di riportare alla vendibili­tà ciò che non lo è più.

«Si tratta – si legge in una relazione del parlamentare Pi­no Pisicchio, datata 2005 – di un mercato ricchissimo, ca­pace di fornire margini di pro­fitto paragonabili a quelli of­ferti dal traffico di stupefacen­ti, un mercato che basa il suo lucroso commercio sulla esili­tà delle certificazioni cartola­ri ».

Ecco dunque spiegato a co­sa potrebbe servire smantella­re pezzo pezzo un aereo. Del resto, episodi di questo gene­re non sarebbero nuovi. Alcu­ni aerei intercontinentali di Alitalia, rimasti a terra per un piano di contingentamento nel 2001, subirono la stessa sorte.

Ma Fantozzi non si sarebbe lasciato scoraggiare degli eventi e avrebbe già una solu­zione: assoldare 5-6 vigilan­tes che, almeno di notte, ten­gano d’occhio gli aerei sul piazzale, per evitare gli assal­ti.

C’è un unico problema: la vigilanza costa e i soldi sono sempre quelli attesi dai credi­tori. Al Commissario, la solu­zione del caso.