Luigi Bignami, la Repubblica 160/2009, 16 giugno 2009
ARIA A 350 KM ORARI LA SCIENZA STUDIA I SEGRETI DELLO STARNUTO
Test-laser alla Drexel University di Filadelfia a ogni onda 40mila goccioline
Lo starnuto? Un sintomo del raffreddore, ma anche un mare di goccioline "sparate" nell´aria, diffuse a migliaia e destinate a perdersi intorno a noi. Ora un gruppo di ricercatori statunitensi della Drexel University di Filadelfia ha studiato il modo in cui questa minionda si propaga: natura, caratteristiche, velocità delle microparticelle di saliva che escono da nasi e bocche.
La "misurazione" avviene in un sistema che illumina i flussi d´ aria emessi dalle cavità facciali attraverso un potente laser, dando modo di fotografarli nel tempo e verificarne il percorso. I ricercatori hanno quantificato il materiale fatto uscire dagli starnuti e dai colpi di tosse pesando delle mascherine messe di fronte alla bocca e al naso prima e dopo i fenomeni. Una volta studiati i movimenti reali, sono state costruite delle macchine che riproducevano fedelmente il colpo di tosse e lo starnuto umano. Le goccioline emesse dagli strumenti finivano all´interno di una stanza riempita con fumo da teatro che permette di visualizzare nei minimi particolari il movimento che particelle producevano nell´aria. Un computer ha infine elaborato i dati raccolti dando modo di quantificare i valori ottenuti.
Il tipico colpo di tosse inizia con un respiro profondo, seguito da una compressione di aria nei polmoni e quindi dall´emissione esplosiva e rumorosa dell´aria in una frazione di secondo. E´ stato calcolato che un colpo di tosse media è in grado di riempire d´aria una bottiglia da due litri e che il materiale emesso dai polmoni può raggiungere una distanza di diversi metri dalla bocca. Le goccioline prodotte possono essere anche 3.000 e muoversi fino a 75 km all´ora.
Lo starnuto invece parte dalla zona posteriore della gola ed emette anche 40.000 goccioline, alcune delle quali raggiungono la velocità di 320 km all´ora. La maggior parte possiedono una dimensione inferiore ai 100 micron, ossia inferiore al diametro di un capello umano; alcune sono così piccole da poter essere osservate solo con lenti d´ingrandimento. «Quello che succede a tali goccioline dipende dalle loro dimensioni. Quelle più grandi e quindi più pesanti cadono rapidamente a terra sotto l´influenza della gravità. Ma le più piccole e più leggere, quelle cioè inferiori a 5 micron di diametro, possono rimanere sospese nell´aria di una stanza quasi indefinitivamente», ha spiegato Bakhtier Farouk della Drexel University a Livescience dell´ American Institute of Physics. «Rifare il letto di un ospedale o aprire una porta può far rialzare goccioline ricche di virus ben oltre l´altezza di una persona», aggiunge Farouk.
Secondo la ricerca una gocciolina emessa da un colpo di tosse di una persona ammalata può contenere fino a 200 milioni di singole particelle virali, anche se il numero varia notevolmente nel corso di un´infezione. Ovvia la raccomandazione di Farouk: in tempi di pandemia, mettere la mano davanti alla bocca è qualcosa che va ben al di là dell´educazione.