RICCARDO STAGLIANOཿ , LA REPUBBLICA 16/6/2009, 16 giugno 2009
Il "cloud computing": tutto il software in una nuvola - L´anima dei computer è trasmigrata nelle nuvole
Il "cloud computing": tutto il software in una nuvola - L´anima dei computer è trasmigrata nelle nuvole. Ma non c´è alcun motivo di mettere il lutto perché è solo l´inizio della terza vita dell´informatica. La cui storia ultracinquantennale è riassumibile in vari stati. Solido, quello dei mainframe che occupavano una stanza. Liquido, dei pc trasportabili, da scrivania. Gassoso, dei portatili, telefonini e apparecchi i più diversi che funzioneranno solo connettendosi in rete. Perché è lì che sarà ospitato il software. L´era del cloud computing, appunto. «Più rivoluzionaria di quanto lo furono i personal negli anni ”80» giura l´autorevole Society of Information Technology Management, che riunisce i tecnologi del settore pubblico britannico. Negli stessi giorni in cui anche varie agenzie federali statunitensi hanno annunciato di attingere da server esterni la loro capacità di calcolo. E poco tempo dopo che uno studio del Pew Research Center ha rivelato che il 69% degli americani ne adopera ormai qualche forma, dalla posta via web alla scrittura, dall´archiviazione al fotoritocco online. la fine dei programmi, così come li conosciamo? Il tema ha due fronti. Quello aziendale suscita forti interessi economici e scarsissimi di ordine sociologico. La premessa è che le ditte utilizzano in media solo il 6% dei loro server interni (i computer che gestiscono amministrazione, ordini e quant´altro) e tuttavia spendono il 100% per acquisto e manutenzione. Meglio quindi passare a un modello "alla spina" in cui l´imprenditore si attacca a quelli messi a disposizione da un grosso datacenter gestito da specialisti. Amazon è stata la prima ad affittare le proprie macchine ad altri. Si dice che Google abbia un impero da 2 milioni di server. E Microsoft investe miliardi per aggiungerne una media di 35 mila nuovi al mese. Tutti puntano a diventare l´equivalente delle compagnie di elettricità, ma per l´informatica. Attacchi la presa e vai. Ma è il versante privato a riguardare tutti. Perché avere "fisicamente" il software all´interno del proprio pc sta diventando un optional. L´articolo che state leggendo, ad esempio, è stato scritto senza ricorrere né a Word né ad altri programmi di scrittura stanziali. Basta avere una connessione a internet e iscriversi gratis a GoogleDocs che consente anche di creare fogli elettronici, slide e pdf. Il tutto viene salvato in rete, nelle memorie del colosso di Mountain View. E tra i tanti vantaggi c´è quello che, dovunque vi troviate, potrete riprendere il documento dal punto in cui l´avete lasciato e continuare a lavorarci. Come ogni rivoluzione che si rispetti anche questa si lascia dietro delle vittime. I produttori di software, per cominciare, che dovranno inventarsi metodi alternativi per commercializzare i loro prodotti, magari facendoseli sponsorizzare dalla pubblicità, come sempre più accade per la musica. Con qualche rischio in più per la nostra riservatezza. La direzione sembra comunque segnata. E dallo slogan «un computer su ogni scrivania» di trent´anni fa siamo oggi a «un megacomputer per tutti su una nuvola».