Anna Maria Merlo, il manifesto, 16/6/2009, 16 giugno 2009
PARIGI PROTEGGE ABU DHABI «CON OGNI MEZZO». ANCHE NUCLEARE
Mentre le notizie che arrivano da Teheran sono sempre più preoccupanti, Le Figaro ha rivelato ieri che il nuovo accordo sulla difesa firmato dalla Francia con gli Emirati a fine maggio contiene una clausola segreta: Sarkozy ha impegnato Parigi a difendere gli alleati «con tutti i mezzi militari a sua disposizione». Cioè anche con il nulceare. Il riferimento al nucleare non è esplicito, perché, spiega un diplomatico, «sarebbe contrario alla filosofia della dissuasione, che consiste a dire il meno possibile» sui dettagli dell’intesa. Ma tutti gli analisti concordano sul fatto che l’accordo con Abu Dhabi è «molto vincolante» per la Francia. Più vincolante, precisano, dell’articolo 5 del trattato Nato, che impone di venire in aiuto di uno stato membro in caso di attacco. In base al nuovo accordo concluso con gli Emirati, ogni agressione contro Abu Dhabi verrà considerata un attacco contro gli «interessi vitali» della Francia. Il nuovo accordo, in altri termini, implica un’applicazione quasi automatica: il bottone del nulceare resta in mani francesi, ma Parigi offre a Abu Dhabi la protezione dell’«ombrello nucleare francese», anche se non ci sono garanzie illimitate. Il 25 maggio scorso, Sarkozy ha inaugurato la nuova base militare francese a Abu Dhabi. Non si tratta di una base «nuclearizzata», ma la presenza di armi nulceari francesi in questa zona vicino all’Iran è possibile, attraverso i sottomarini nucleari e l’eventuale presenza della portaerei Charles de Gaulle, che può trasportare caccia forniti di armi nucleari.
Sarkozy ha fatto così la scelta di far partecipare in prima linea la Francia alla strategia del containement dell’Iran, e gli Emirati sono al cuore di questo nuovo arco strategico. Tutti si chiedono a Parigi dove sia finita l’opposizione, che non ha fatto sentire la propria voce su questa decisione rischiosa. Tanto più che lo stesso Sarkozy, nell’ormai lontana campagna elettorale per le presidenziali, aveva promesso «trasparenza», cioé di rendere pubblici gli accordi militari francesi e farli approvare da un voto parlamentare. Ma nulla di tutto questo è stato rispettato. L’accordo con gli Emirati è il terzo concluso da Sarkozy sulla base del «Libro bianco sulla difesa» del 2008 (i primi due sono stati gli accordi con Camerun e Togo, il prossimo sarà quello con il Gabon, ma in Africa è in corso un progressivo disimpegno militare francese).
Ieri pomeriggio l’ambasciatore iraniano a Parigi è stato convocato al Quai d’Orsay, per spiegazioni sulla repressione delle manifestazioni di protesta. La prima reazione al risultato delle elezioni iraniane del ministro degli esteri, Bernard Kouchner, è stata evasiva: «Mi spiace - ha detto Kouchner - che invece dell’apertura ci sia stata una reazione un po’ brutale». Più chiaro il consigliere speciale dell’Eliseo, Henri Guaino, secondo cui la vittoria di Ahamadinejad «non è una buona notizia per nessuno, né per gli iraniani, né per la stabilità e la pace nel mondo».