Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 16 Martedì calendario

Veltroni di nuovo in campo e si schiera con Franceschini - Walter Veltroni torna in campo, lancia un appello a «non tornare indietro» e annuncia un Lingotto 2 con tanto di endorse­ment implicito a Dario Franceschi­ni

Veltroni di nuovo in campo e si schiera con Franceschini - Walter Veltroni torna in campo, lancia un appello a «non tornare indietro» e annuncia un Lingotto 2 con tanto di endorse­ment implicito a Dario Franceschi­ni. Annullata la tregua – causa raf­fica di candidature, annunci di so­stegni e distinguo precongressuali – il totoprimarie impazza nel Pd, con due eserciti ormai ben delinea­ti: i lingottian-veltroniani a soste­gno dell’attuale segretario e i let­tian- dalemiani a sostegno di Pier­luigi Bersani. Non si parli di corrente, avverte Veltroni annunciando l’iniziativa, un incontro al centro congressi Ca­pranica di Roma fissato per il 2 lu­glio: «Lo dico a scanso di equivoci e in nome di una assoluta ripu­gnanza verso le vecchie e deleterie logiche correntizie». A partecipare al nuovo Lingotto ci saranno intel­lettuali come Tito Boeri e Aldo Schiavone, un esponente dei sinda­ci e del Pd del nord come Sergio Chiamparino, sostenitori del pro­getto come Paolo Gentiloni, An­drea Martella e Luigi Zanda, e star delle preferenze senza in­gombranti prefissi come David Sassoli, Debora Serracchiani e Francesca Barracciu. Un’interpretazione autentica del pensiero veltroniano arriva da Walter Verini: «Franceschini ha condiviso il progetto del Pd, il Lingotto, le primarie, ed è sta­to suo vice: se, come appare pro­babile, decide di candidarsi su una linea di rilancio del proget­to originario, credo che sia natu­rale il sostegno di Walter». Con Franceschini, che annuncerà uf­ficialmente la candidatura dopo i ballottaggi, si schiera Marina Sereni, area fassiniana. Più cauti gli altri. Gentiloni e Chiampari­no fanno sapere che la partecipa­zione del 2 luglio non è soste­gno preventivo a Franceschini. Lo stesso fa Martella: «Partecipo a un’iniziativa per discutere del Paese e rilanciare le ragioni del Pd, non a uno schieramento congressuale i cui tempi sono prematuri». Ma l’iniziativa è di quelle che conta e non è un caso che due lingottiani doc come Ni­cola Zingaretti e Piero Marrazzo facciano trapelare una forte irri­tazione per il mancato invito. Intanto fioccano le candidatu­re. Per un Mario Adinolfi già an­nunciato, ai nastri di partenza si scaldano Ignazio Marino, prefe­rito dai quarantenni, e Ermete Realacci, area Rutelli. Bersani, per ora, limita le esternazioni, ma per il 30 giugno, in occasio­ne del terzo anno delle «lenzuo­late » di liberalizzazioni, ha in programma un’iniziativa forte. Intanto ha dalla sua D’Alema e confida nel sostegno di Prodi e della Bindi. Che però ora è sde­gnata: «Siamo stati convocati con urgenza a urne aperte per impegnarci a non aprire il dibat­tito: mi pare ci siano due pesi e due misure». Nel frattempo c’è da risolvere la grana europea. Francesco Ru­telli ha detto chiaro il suo «no» all’Asde (Socialisti e democrati­ci europei), il nuovo gruppo a Strasburgo, e con lui si schiera­no Zanone e Follini, che chiede «un supplemento di riflessio­ne ». Se ne parlerà oggi al «cami­netto » del Pd, anche se il dado sembra tratto e ieri i segretari re­gionali hanno già detto «sì». I rutelliani usciranno dal partito? «Vedremo», risponde Gianni Vernetti.