ALESSANDRO TROCINO PER IL CORRIERE DELLA SERA, 16 giugno 2009
Veltroni di nuovo in campo e si schiera con Franceschini - Walter Veltroni torna in campo, lancia un appello a «non tornare indietro» e annuncia un Lingotto 2 con tanto di endorsement implicito a Dario Franceschini
Veltroni di nuovo in campo e si schiera con Franceschini - Walter Veltroni torna in campo, lancia un appello a «non tornare indietro» e annuncia un Lingotto 2 con tanto di endorsement implicito a Dario Franceschini. Annullata la tregua – causa raffica di candidature, annunci di sostegni e distinguo precongressuali – il totoprimarie impazza nel Pd, con due eserciti ormai ben delineati: i lingottian-veltroniani a sostegno dell’attuale segretario e i lettian- dalemiani a sostegno di Pierluigi Bersani. Non si parli di corrente, avverte Veltroni annunciando l’iniziativa, un incontro al centro congressi Capranica di Roma fissato per il 2 luglio: «Lo dico a scanso di equivoci e in nome di una assoluta ripugnanza verso le vecchie e deleterie logiche correntizie». A partecipare al nuovo Lingotto ci saranno intellettuali come Tito Boeri e Aldo Schiavone, un esponente dei sindaci e del Pd del nord come Sergio Chiamparino, sostenitori del progetto come Paolo Gentiloni, Andrea Martella e Luigi Zanda, e star delle preferenze senza ingombranti prefissi come David Sassoli, Debora Serracchiani e Francesca Barracciu. Un’interpretazione autentica del pensiero veltroniano arriva da Walter Verini: «Franceschini ha condiviso il progetto del Pd, il Lingotto, le primarie, ed è stato suo vice: se, come appare probabile, decide di candidarsi su una linea di rilancio del progetto originario, credo che sia naturale il sostegno di Walter». Con Franceschini, che annuncerà ufficialmente la candidatura dopo i ballottaggi, si schiera Marina Sereni, area fassiniana. Più cauti gli altri. Gentiloni e Chiamparino fanno sapere che la partecipazione del 2 luglio non è sostegno preventivo a Franceschini. Lo stesso fa Martella: «Partecipo a un’iniziativa per discutere del Paese e rilanciare le ragioni del Pd, non a uno schieramento congressuale i cui tempi sono prematuri». Ma l’iniziativa è di quelle che conta e non è un caso che due lingottiani doc come Nicola Zingaretti e Piero Marrazzo facciano trapelare una forte irritazione per il mancato invito. Intanto fioccano le candidature. Per un Mario Adinolfi già annunciato, ai nastri di partenza si scaldano Ignazio Marino, preferito dai quarantenni, e Ermete Realacci, area Rutelli. Bersani, per ora, limita le esternazioni, ma per il 30 giugno, in occasione del terzo anno delle «lenzuolate » di liberalizzazioni, ha in programma un’iniziativa forte. Intanto ha dalla sua D’Alema e confida nel sostegno di Prodi e della Bindi. Che però ora è sdegnata: «Siamo stati convocati con urgenza a urne aperte per impegnarci a non aprire il dibattito: mi pare ci siano due pesi e due misure». Nel frattempo c’è da risolvere la grana europea. Francesco Rutelli ha detto chiaro il suo «no» all’Asde (Socialisti e democratici europei), il nuovo gruppo a Strasburgo, e con lui si schierano Zanone e Follini, che chiede «un supplemento di riflessione ». Se ne parlerà oggi al «caminetto » del Pd, anche se il dado sembra tratto e ieri i segretari regionali hanno già detto «sì». I rutelliani usciranno dal partito? «Vedremo», risponde Gianni Vernetti.