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 2011  aprile 08 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Francesco Saverio Romano
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il successore più probabile di Cesare Geronzi al vertice di Generali è, nel momento in cui scriviamo, Gabriele Galateri di Genola, in uscita dalla presidenza di Telecom Italia. Altra candidatura forte: Domenico Siniscalco. Terzo incomodo: Mario Monti, preside della Bocconi.

• Sa che di tutti questi che ha detto l’unico che ho sentito nominare (vagamente) è proprio Geronzi?
Probabilmente perché Geronzi, quando comandava in Capitalia, controllava di fatto sette squadre di calcio. Ma il fatto che lei non abbia dimestichezza con gli altri nomi dimostra solo la sua ignoranza. Galateri è un uomo di Agnelli, è stato amministratore delegato della Fiat e presidente di Mediobanca. Di Domenico Siniscalco si dovrebbe ricordare se non altro per questo: quando nel 2004 Fini obbligò Berlusconi a buttare fuori dal governo Tremonti (sostenendo addirittura che falsificava i numeri), venne chiamato al suo posto proprio Siniscalco. Quanto a Mario Monti è un importante editorialista del Corriere della Sera e uno dei pochi che all’estero ci ha fatto fare bella figura, ricoprendo per dieci anni il ruolo di commissario europeo alla concorrenza.

• Ma Generali è così importante?
Generali è una delle più importanti compagnie assicurative nel mondo, la più importante in Italia e anzi, secondo Fortune, è il primo gruppo italiano per fatturato. Esiste da 170 anni. Ha 470 miliardi di attivi. Insomma, un colosso. Il cui peso è aumentato dal fatto che il primo azionista è Mediobanca, col 13,5 per cento. Ora Mediobanca, dai tempi di Cuccia, rappresenta il cosiddetto “salotto buono” della finanza italiana, quello in cui le azioni non si contano, ma si pesano. Vale a dire: tu puoi essere anche il socio di maggioranza di una certa azienda, ma a me – che sto nel salotto buono – questo interessa poco. Mi interessa invece sapere “chi” sei: che relazioni hai e quanto potere ti porti dietro. Geronzi è un campione di questa logica, con questa differenza da Cuccia: Cuccia disprezzava i politici e tentava di averci a che fare il meno possibile. Geronzi invece ha trascorso una vita a intrecciare relazioni con i politici di tutte le tendenze. Cresciuto all’ombra di Andreotti, ha salvato attraverso la sua banca, per esempio il Pci dal debito enorme che lo opprimeva e ha aiutato il manifesto a sopravvivere. Ha cioè giocato la sua partita sia sul lato della finanza che sul lato della politica, intrecciando interessi e alleanze e arrivando passo passo al vertice prima della stessa Mediobanca e poi di Generali.

• E perché l’hanno buttato giù?
Ufficialmente per metter fine a questo modo spurio di gestire il potere. Geronzi non aveva formalmente deleghe in Generali, ma – come lui stesso ebbe a dire – gli restava la libertà di telefonare. E di rilasciare interviste. In una, al Financial Times, parlò come fosse l’amministratore delegato, disegnando gli sviluppi futuri dell’azienda, vagheggiando che Generali diventasse “un’assicurazione di sistema”, ipotizzando che dalle sue casse potessero venire investimenti persino sul ponte di Messina. Contrastato ufficialmente da Della Valle, ma assai duramente (e in silenzio) dal vero amministratore delegato di Generali, Giovanni Perissinotto, s’è trovato al consiglio d’amministrazione dell’altro giorno con una mozione di sfiducia firmata da undici consiglieri su 17. S’è dimesso prima ancora che il consiglio cominciasse.

• Il ponte di Messina? Ma allora era un amico di Berlusconi…
Eh sì, chi se ne intende dice che la sua caduta è un colpo per il sistema Berlusconi-Letta. E una vittoria di Tremonti, che avrebbe benedetto la congiura. Sono tutte interpretazioni della prima ora, però. E lo stesso Geronzi ha detto a Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, che «non è ancora stato scritto il capitolo finale». La finanza italiana ha parecchi appuntamenti-chiave davanti a sé. Prima di tutto il patto di sindacato di Mediobanca, in scadenza alla fine dell’anno. Lì ci sarà un’altra battaglia.

• Che cosa farà adesso Geronzi?
È uscito da tutto: Pirelli, Rcs Mediagroup, Rcs Quotdiani. È rimasto presidente solo della Fondazione Assicurazioni Generali. Credo però che dovrà darsi parecchio da fare per salvarsi dai processi che lo riguardano: è sotto accusa per il crac Cirio, il pubblico ministero ha chiesto per lui otto anni di carcere e la sentenza arriverà a maggio. Ma è coinvolto anche nel fallimento Parmalat e in quel sotto-caso dell’affaire Parmalat che riguarda la Ciappazzi e le furbizie di Ciarrapico. Storie poco edificanti, nelle quali Geronzi s’è difeso sostenendo che, di quelle cose, si occupava il suo management e lui non ne sapeva niente. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/4/2011]
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