Maria Volpe, Corriere della Sera 8/4/2011, 8 aprile 2011
Articoli sulla rievocazione dell’unità d’Italia su Raiuno (Vespa-Baudo) MARIA VOLPE MILANO— Così è finita l’avventura di «Centocinquanta» , programma di Raiuno dedicato all’anniversario dell’Unità d’Italia, nelle mani di Bruno Vespa e Pippo Baudo che mercoledì (quarta e ultima puntata, anche se avrebbero dovuto essere sei, ma gli ascolti insoddisfacenti hanno portato alla chiusura anticipata) si sono scontrati duramente
Articoli sulla rievocazione dell’unità d’Italia su Raiuno (Vespa-Baudo) MARIA VOLPE MILANO— Così è finita l’avventura di «Centocinquanta» , programma di Raiuno dedicato all’anniversario dell’Unità d’Italia, nelle mani di Bruno Vespa e Pippo Baudo che mercoledì (quarta e ultima puntata, anche se avrebbero dovuto essere sei, ma gli ascolti insoddisfacenti hanno portato alla chiusura anticipata) si sono scontrati duramente. Sul finale dello show, mentre suonava la banda dei carabinieri, venivano proiettate fotografie di personaggi di punta della Rai (Frizzi, Conti, Giletti, Venier, Magalli). Ecco che d’improvviso sul monitor (che il pubblico a casa però non ha visto) compare il volto di Santoro. Vespa— è noto che tra i due giornalisti non corre buon sangue— si infuria: «La serata si conclude qui» . E lascia lo studio prendendosela con gli autori che hanno avuto «la trovata geniale» , chiudendosi in camerino. In diretta intanto Baudo prosegue come se nulla fosse e, a luci spente, fa partire pure un festeggiamento con tanto di brindisi, in un clima di fortissima tensione (e pure un po’ surreale). Tanto che ieri sera anche «Striscia la notizia» si è chiesto che cosa fosse successo. Del resto la tensione era palpabile da 15 giorni. Perché solo la prima puntata, con ottimi ascolti, aveva illuso. Quando un pessimo 14%ha segnato gli ascolti della seconda, era stata convocata una riunione. Pare che Vespa non gradisse l’eccesso di «intrattenimento» del programma e così sono cominciate a volare parole grosse tra Claudio Donat Cattin, autore storico di «Porta a porta» e Baudo, culminate in uno scambio senza precedenti. Donat Cattin avrebbe accusato Baudo di «comportamento mafioso» e Pippo avrebbe replicato con uno sputo in faccia all’autore (mancando però il bersaglio). Ora si sussurra che sia pronta una lettera di richiamo per Baudo e una possibile multa (80 mila euro?). Ma si parla pure di una sanzione a Vespa per «abbandono di programma» . Maria Volpe ALDO GRASSO H a chiuso mestamente in anticipo «Centocinquanta» , il varietà nato per celebrare l’anniversario dell’Unità d’Italia, condotto da Pippo Baudo e Bruno Vespa. Nell’ultima puntata si sono esibiti alcuni ballerini, reduci da «Ballando con le stelle» (Fiona May, Barbara De Rossi e Hoara Borselli, la collaboratrice del ministro La Russa), sono intervenuti Massimo Ranieri (ormai una presenza fissa sulla rete), Massimo Ghini, grandissimo interprete di cinepanettoni ma ormai modesto attore drammatico (Raiuno, mercoledì, ore, 21.15). Con «Centocinqunata» però, la Rai ha fallito il suo appuntamento con la Storia, la nostra storia. Per una serie di grossolani errori. Per rafforzare la festa dell’Unità d’Italia del 17 marzo, il programma avrebbe dovuto precedere quella ricorrenza e contribuire non poco a crearla (è uno dei doveri del Servizio pubblico, ovviamente su Raiuno e in prima serata). Invece è successo il contrario: per impreparazione e per altri motivi che non conosciamo il programma è partito la sera del 17 marzo (e vogliamo ricordare le interviste di Manuela Arcuri?). I temi della memoria e dell’identità sono delle grandi narrazioni collettive e la tv generalista gioca un ruolo fondamentale nel promuovere l’unità nazionale a livello simbolico, collegando gli individui e le loro famiglie al cuore della vita nazionale, offrendo al pubblico una immagine di sé e del Paese come una comunità consapevole, generando un più ampio spazio pubblico, oltre le routine dell’esistenza quotidiana. «Centocinquanta» era un programma di rievocazioni, più sull’onda della nostalgia che su quella della ricostruzione storica. Per questo genere di ricordi bastava Pippo Baudo, che in passato più volte ha dimostrato di saperci fare; del tutto sbagliata l’ibridazione con le interviste e i dibattiti di Bruno Vespa. Che brutta immagine la Rai ha fornito di sé e dell’anniversario dell’unità d’Italia!