Valentina Errante e Massimo Martinelli, Il Messaggero 8/4/2011, 8 aprile 2011
IL BROKER DEI PARIOLI PILOTÒ L’AFFARE DEI CACCIA AUSTRIACI
ROMA - Gianfranco Lande conferma la pista austriaca. E prova a renderla ”commestibile” agli inquirenti romani, che in attesa di verifiche gli affibbiano un’altra accusa: riciclaggio. L’ammissione, e la successiva nuova contestazione di reato, è arrivata dopo l’interrogatorio fiume di due giorni fa, terminato a tarda ora e durante il quale il pm Luca Tescaroli ha chiesto conto delle attività di Vector Aerospace LLP, una società inglese a responsabilità limitata fondata da Lande, che a lungo ha versato cifre (fino a un milione e trecentomila euro l’anno) ad un’altra società austriaca, la Euro Business Management GmbH di Vienna, riconducibile a due produttori di armamenti, Walter Schoen e Alfred Plattner. Nei mandati di pagamento, Gianfranco Lande non avrebbe mai specificato le causali di quei versamenti, indicando genericamente che si trattava di ”bonus” per servizi. E due sere fa, davanti agli inquirenti, ha provato a dare una spiegazione che, secondo quanto trapela da fonti investigative, avrebbe convinto poco; il Madoff dei Parioli ha spiegato che la Vector si era occupata di ”garantire” il buon esito della trattativa tra la Eads Deutschland GmbH e il governo austriaco per la fornitura di quindici caccia intercettori multiruolo Eurofighter. Secondo Lande, l’appalto complessivo avrebbe avuto un valore di circa un miliardo e ottocento milioni di euro; e la sua commissione sarebbe stata del 5 per cento. E ancora, ha sostenuto il Madoff dei Parioli, a metterlo in contatto con la Eads Deutschland GmbH, sarebbe stato un ex manager della Eurofighter ormai in pensione. La versione avrebbe convinto poco, perché la Eads Deutscheland è una delle quattro compagnie europee (insieme a Alenia per l’Italia, Bae Systems per il Regno Unito e Eads Casa per la Spagna) che possono commercializzare i caccia Eurofighter nei paesi Ue. Inoltre, nessuna spiegazione sarebbe stata fornita su quei pagamenti milionari che Gianfranco Lande effettuava in favore dei due commercianti di armi, nello stesso periodo in cui raccoglieva denaro in Italia e non riusciva a restituirlo agli investitori che lo richiedevano indietro. Anche per questo, gli investigatori sono portati a ritenere che il broker romano utilizzasse il capitale raccolto in Italia per finanziare alcune attività di lobbing per l’acquisizione di sotto-commesse collegate alle fornitura degli Eurofighter, in società con le società di Shoen e Plattner. Di questa attività c’è traccia persino in uno dei tanti cablo di Wikileaks, oltre che negli atti del parlamento austriaco che, sulla vicenda, ha dovuto rispondere alle interrogazioni del deputato verde Peter Pilz. Dal canto loro i legali di Lande, gli avvocati Salvatore Sciullo e Susanna Carraro, assicurano che il broker ha fornito spiegazioni esaurienti sia sugli affari della Vector che sui contatti con la criminalità organizzata, negando qualsiasi rapporto con esponenti del clan Piromalli.
Valentina Errante e Massimo Martinelli