Paolo Casicci, il venerdì di Repubblica 8/4/2011, 8 aprile 2011
QUELLI CHE, CON UN CAVO, ANTICIPARONO SILVIO
Dimenticate, per un attimo, Silvio e il Biscione. In principio fu Tele Cortile, un’allegra brigata di piemontesi sciamanti per le vie di Biella a bordo di un’improbabile Renault 4 trasformata in tele-mobile: un videoregistratore a bordo e, sul tettuccio, due
schermi per rimandare in giro le immagini filmate in città. Poi arrivò il cavo, scoperto nella vicina Svizzera e installato in città a spese del Comune, e Tele Cortile, il nomignolo che il suo inventore Peppo Recchia le aveva affibbiato, diventò Telebiella.
Inizia tra il 1967 e il ‘72 l’avventura delle tv private italiane. Un libro, Telebiella. E niente fu come prima, di Silvano Esposito, direttore del bisettimanale IlBiellese(Centro di documentazione
giornalistica, pp. 171, euro 16), ricostruisce ora quell’epopea, partita proprio nella capitale del tessile italiano. È lì che l’intuizione di Recchia – un passato da operatore in Rai e nella tv svizzera, un futuro in Fininvest come regista di Drive In– incontra la disponibilità dell’Unione degli industriali, che sostiene l’esperimento nel tentativo di liberalizzare il mercato.
Scoppia così, un decennio prima dell’assalto berlusconiano all’etere, la prima battaglia tra un pretore e un’emittente libera, culminata con la chiusura del canale e uno sciopero della stampa nazionale, in segno di solidarietà per la compagine piemontese. Di quegli anni cruciali, Esposito ricostruisce, tra gli altri, un retroscena prezioso, che passa per i ricordi di Ettore Bernabei, storico direttore della Rai all’epoca, secondo il quale a lavorare nell’ombra contro il monopolio sarebbero stati «uomini della Sip», potenti finanzieri alleati dell’azienda di Stato e vicini alle correnti di destra della Dc: quelle più inclini alla liberalizzazione del settore. «Il bello» ricorda Bernabei «è che poi il vero sviluppo della televisione privata sfuggì completamente di mano» a quegli uo-mini. «Spingevano per la liberalizzazione e non avevano la minima idea di quale bestia stessero suscitando. Infatti, non furono loro a governare davvero la nuova fase, ma i socialisti con Berlusconi». E da lì in poi, sappiamo come è andata.